L'agosto Covid, quello del 2020, al Cinerofum, verrà ricordato come quello di Sergio Martino. Ma che volete che vi scriva?..."sarà sto buco dell'azoto". Dalla premiata ditta, tutta capitolina, dei Martino, nel 1983, venne prodotta una commedia demenziale che lasciò il segno nell'idiota immaginario degli anni '80. "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio" è caotico faticoso, con Lino Banfi a dar la carica e Johnny Dorelli ad esaurirla.
Franco Bucceri, Roberto Leoni, Romolo Guerrieri Franco Verrucci tutti romani veraci, o quasi, la confusione sale. Milena Vukotic, la moglie telerincoglionita, urla e scappa. Lino con tutta la sua forza, non basta. Janet Agren, modella svedese classe 1949, dalla bellezza aerobica, è la migliore, tanto poerdirvi. ("Cosa volere tua nonna dalla mamma?". Non si scorda, poi, l'odiato "genero" (Andrea Azzarito), stereotipo azzeccato del ragazzo privo di spirito, quindi pronto a capitolare a qualunque esperienza/moda (coatto, punk, buddista...) e, soprattutto, le liti in famiglia, con la mitica Gegia a mescolare il tutto. Ancora una volta, con Sergio e Lino, la tedesca classe 1943 Dagmar Lassander (che coscia!).
A due capitoli, si giunge al secondo già provati, per scoprire che Dorelli non ne ha più voglia.
A rivederlo maturamente, par di vedere "Benfi" dimenarsi, da solo, mal sostenuto dai colleghi (il santone su tutti, povero il partenopeo classe 1943 Javarone!).
Oddio, non proprio tra i "Bellissimi". Ma, si sa, per "Rete4" la bellezza è negli occhi di chi paga.
(depa)
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