Poi è stata la volta del primo film dei Fratelli Taviani. Intendo esordio, di Paolo e Vittorio. Nel 1967 gli autori samminiatesi si presentarono scrivendo e dirigendo un racconto fatto di schizzi. Sprazzi del movimento verso il funerale di Togliatti. "I sovversivi", con molta ironia, prova a proseguire, sul marciapiede, a bordo corteo...
Oizum, dal Belmondo a Roma, sta andando al funerale di Palmiro. Nuova onda italiana, tutta dell'"ambiente", dove la dinamite in faccia, però, è bianconera. Sequenze kafkiane all'arrivo in stazione ("Motta"). Un andamento, partenze, fughe. Corteo. Sì, però...
La frenesia di pensiero, l'inquietudine dei rapporti nei movimenti macchina abitudinari quanto ripetitivi, infine smarriti. Il Secondo Tempo inizia senza interruzioni, su "RaiStoria", né ad Elena, né a me, scappa. Il veronese Giulio Brogi, scomparso l'anno scorso, qui è divorato dentro. Emblematica figura dell'uomo in carriera, invece, il Sebastiano del torinese Giorgio Arlorio.
Una precoce maturità, una voce evidente quella dei due Fratelli. Intellettuali dentro, sapranno mantenere la vicinanza popolare grazie a buffetti affettuosi. Tra musiche adatte ad ogni stanza, ad ogni circo (Giovanni Fusco), il povero Ermannino è impazzito, anche lui in fiamme. Eccolo il movimento. Chi parte, chi c'è rimasto, e chi se ne va.
(depa)
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