Tra dire e amare

Il secondo film del mini ciclo dedicato ad Éric Rohmer, e proiettato nello "Studio Negri", ha previsto il film più celebre del regista esponente di spicco della "Nouvelle Vague". "La mia notte con Maud", del 1969, porta avanti il dialogo tra individui, conoscenti o amanti o quasi, alle prese con le briglie estenuanti delle circonlocuzioni borghesi.
Son trascorsi tre anni dal platonico collezionismo di qualche adolescente. Jean-Louis Trintignant e Françoise Fabian (in silenziosi e ciechi titoli di testa) sono Jean-Louis e Françoise. A messa, "Pace in questa nostra vita...via i peccati!" M le voci fuori campo! (eccallà). Ingegnere Michelin, lui, è un patito delle "traiettorie inconsuete" (probabilità d'incontrarsi).
Stesso schema del 1963. Un'altra sfida, altra trappola tra borghesi (anche a Valparaiso!). "E' una constatazione". A Clermont-Ferrand, "un'occasione per disprezzare, di odiare". I Pensieri di Pascal intavolati con vino genuino. "Principi e pregiudizi"...("Solita solfa"). E via Così. "Cristiano, don giovanni timoroso".
Di nuovo, commedia da assaporare con leggerezza (o no?), cogliendo l'ironia che sta dietro queste vuote chiacchiere rese altisonanti dalla classe sociale di questi filosofeggianti sopravvissuti indenni al Maggio Francese. Immobili. Non c'è un'altra camera, alèèèè! ("Sciocco").
Mani sulla testa. Povera Maud (che però ammiriamo). Maud è Maud. L'altra quasi non ha nome (ma "esiste"). Lei è spontanea, lui no ("platonicamente no!"). Indossato il cappotto di pelle, fa la parte del gallo. Poveri cristiani, giansenisti e ginnasti vari. Cinque anni dopo...è andata così (Ciao Maud!).
Dilemma Rohmer: Eric ci fa o ci è? Approfondiremo.
(depa)

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