Paesi buoi

William Wyler torna al Cinerofum riprendendosi ciò che gli spetta. Il regista di drammi ed epopee ad elevata profondità di campo e non solo, zittisce ogni precedente critica con un western sontuoso: "Il grande paese", del 1958, ha il sapore dell'opera completa, con l'immensità della natura che osserva attonita uomini-attori nella loro quotidiana farsa.
Sul canale tv RaiMovie questo "spettacolare western in technicolor sfavillante", diretto dal "perfezionista Wyler 90 Riprese". Ed è così che si realizza una "semplice storia in stile monumentale", grazie ad una scenografia di prim'ordine, tra canyon californiani e vallate nevadesi, tra vecchi suggestivi ranch e nuove imponenti ville. Soprattutto grazie ad interpreti che sappiano caricarsi delle dovute energie. La tensione è molta, per accaparrarsi l'acqua che è potere, non c'è legame che tenga.
Charlton Heston immerso sino al collo nella parte come al solito! La travolgente stazza di Burl Ives (1909-1995) che fa tremare il suolo sotto al suo collerico Rufus! Soprattutto il protagonista di Gregory Peck traccia una curva di quasi tre ore lungo la quale si percorrono molte delle devianze sociali della nostra civiltà: avidità, orgoglio, prepotenza, ipocrisia e maschilismo. Ma anche le sue speranze: l'amore, l'onestà, l'intelligenza e il coraggio che il suo personaggio mette in campo senza moraleggiare inutilmente (eccezionale il naufragio del suo matrimonio).
Bello e consigliato.
(depa)

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