Eroi Musei

Una nuova conoscenza per il Cinerofum. Stringo la mano a John Frankenheimer, newyorkese sulla terra dal 1930 al 2002. "Il treno", del 1964, è un film bellico di produzione franco-americana per rimandare a casa, con eleganza, nazisti ladri e assassini.
Treno soppresso. Godiamoci le note di Maurice Jarre e le spalle di Burt Lancaster. "Il denaro è potere...le opere d'arte più dell'oro". "Matisse, Degas, Renoir, Monet"..."Parte della Francia!". Seguire i movimenti minimi dispersi nella profondità di campo, ricavata da uno scambio. Dietrich è un incapace e a Vaires la stazione (psiù! Pssium!) non c'è più.
Tensione sui binari, fuoco dal cielo. Autore moderno Frankenheimer, tra camera mobile, riprese aeree e inquadrature originali (l'enfasi che protagonista e sceneggiatore volevano). Ma ecco Jeanne Moureau dalle labbra come il Papa Boule dell'atalantico Michel Simon (1895-1975). Montrail, Chalon, Metz...Zweibrücken ("A casa")...Pam, VIA! Nazi, andati.
Che respiro scenico, grandioso. Non solo montaggio e musiche ad alzare il ritmo nel salvataggio dell'"orgoglio nazionale" artistico. Ma profondità nell'azione, tra guerra e guerriglia, in una mortale partita a scacchi: un giro in treno infernale. 
Anticlimax? Lautrec.
(depa)

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