Cicale parlanti

Tra i DVD raccolti in Passo della Lodola, anche un trittico di Éric Rohmer che ho assunto in proiezioni solitarie. L'anonima cineteca di Santa Brigida, che riconosco nell'edizione, propone innanzitutto "La collezionista", del 1967. Secondo lungometraggio del regista di Tulle, che presentò al grande pubblico l'altra idea di cinema, la sua "preferita".
Nella comoda "Studio Negri", col formato 4:5 fatto apposta per il lenzuolo. Nel "Primo prologo Haidée". Carino ma non basta. "Secondo prologo Daniel". Conformismi dialoganti. Apparenze, effetti, eleganze. Il terzo è di Adrien ("Amore e bellezza"). I discursci di Rohmer. Statuette scabrose, poi basta prologhi. Solchiamo le onde, ma con calma eh, quei moti che lambiscono il "dire". Chi sogna di aprire una galleria, di notte vedrà una collezionista ("distaccato"! Sì, sì). Schema letterario tipico. Haidée, Haidée, i tuoi sorrisi di diciottenne! Toh, qualcosa non funziona. La moralità irrompe tipicamente...ma nei quadri che saranno tipici di Rohmer. Povera Haidée, accerchiata.
Pellicola che lascia spazio ad uno strisciante ironia destinata ad aumentare con i buffi escamotage del presuntuoso Adrien. Al 45' il primo atteso affondo. Niente. Goethianamente, "non resta altro che andarsene o diventar matti". Tutto ciò mentre Haidée è...lei, se stessa. Pellicola femminista, quindi, coi colpi di piede a quella "specie di budino". Ah povero Daniel, "insignificante", oltre che acido. "Imbrattatele!".
Infatti se ne va lei. Anzi, no, l'altro. Con l'umorismo di cui pecca il protagonista. Anche qui, l'amore era già freddino, tra egotistici frustrati ("Machiavellico!") a Saint-Tropez e dintorni. Grande Fred!
Eric Rohmer mostra come le parole gonfie possano rivelarsi vuote. Ahah...tutta per lui! Povero Adrien, grande Haidée! "Completamente padrone di me stesso", ma sì! Senti le cicale!
(depa)

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