Lotta condannata

In questi giorni in Piazza della Stampa, nei Caruggi, è tornato il cinema in strada. La nuova rassegna "Al secondo sguardo - La società, la violenza, le donne", offre una panoramica sulla donna ai tempi del Capitale. La scorsa domenica si è partiti con "Monster", del 2004, della californiana, classe 1971, Patty Jenkins. Non solo una Charlize Theron irriconoscibile quanto convincente, ma donne ferite e riunite da relazione travolgente e morbosa, una storia vera che non salverà nessuno. I sette spettatori non hanno aperto becco.

La rassegna illuminerà e ombreggerà la piazzetta davanti al "Paradise" per proiettare: "Tre storie di donne, separate dallo spazio, ma unite nel tempo dalla dialettica e dalle dinamiche della violenza nella, o nelle, società che su di essa fondano, strutturalmente, il proprio arbitrio e dominio".

Lanciato l'ombrello sul lampione, non resta che seguire la nostra sporca, strafatta, moribonda eroina...tra straggling e struggling girl, da Oscar e Leone, l'avvicinamento con un'altra gatta solitaria, di altro pelo. Forse solo una via di fuga, un'avventura inattesa, per entrambe può bastare. La giovane annoiata può sbandare per la ribelle sformata. Ma non sono sole, ci sono anche gli altri. "Meglio lesbica che puttana" delinea in una frase il particolare contesto. Dolore e rabbia possono unirsi per girare una serie, reale. In crescendo allucinatorio, sino all'infamata che, ancora una volta, setaccia la classe, separando povero e ricco. Proletario e borghese. Ottima prova registica, colla fotografia da grattarsi addosso.

Peccato la regista sia naufragata elemosinando wonder woman dai produttori. Come una vendetta, dopo aver disegnato una donna indomabile, spedita nell'immaginario dei super poteri.
A domenica prossima..."portati un sediolo!"

(depa)