La danza mortale della vita

La settimana scorsa sono tornato a salutare il vecchio anno al "circolino" sulla Martesana. Ancora una tappa del percorso "New Hollywood". Il film in programma è "Non si uccidono così anche i cavalli?", dello statunitense Sydney Pollack, con il quale viene offerta, al nostro umile Cinerofum, di accogliere sul suo divano immaginario il celebre autore, esponente dell'innovativa corrente cinematografica degli anni '60-'70 d'oltreoceano, scomparso nel 2008, all'età di 75 anni.
In questa allegorica maratona di ballo, emerge il lato graffiante dell'autore e del suo cinema, ironia e denuncia che non si perdono mai di vista, in un affresco agghiacciante di quei (questi) tempi da macello umano. Se non siamo fermi al 1931, anni della depressione profonda, è perché siamo arretrati ulteriormente. Il valzer delle marionette al ritmo del soldo è sempre in pista.
Pellicola surrealista ma neppure troppo, parodia buneliana, altmaniana sulla futilità (assurdità) di queste nostre nuove esistenze. Odi, ripicche, gelosie e rivalità, la guerra tra poveri è perennemente in atto.
Purtroppo il ritmo non è quello della micidiale sala da ballo, le salvifiche pause della gara di danza non hanno lo stesso effetto sul pubblico cinematografico, le energie non ritornano, non c'è rilancio. Sono convinto che mezz'ora in meno potesse alleggerire il pacco, senza diminuirne il valore; brutto a dirsi, il quadro sarebbe stato ugualmente chiaro, anzi, forse più. Sì, ci si annoia un po', prima di puntare gli occhi sulla provocazione finale, shock emotivo che rende ulteriormente evidente lo smarrimento del ritmo narrativo.
(depa)


1 commento:

  1. Accattivante, originale e appassionante. Uno dei vari modi per "risollevare" la gente dalla depressione è di distrarla ed emozionarla con la sofferenza altrui, programmi televisivi ora, spettacoli dal vivo negli anni ’30. Incredibile come il sistema si sia solo “aggiornato” (o “arretrato”, come scrive giustamente depa)…
    La “sadica competizione” affascina, gli spunti di riflessione ci sono tutti e, ok, forse l’ultima mezz’ora è un po’ tirata per le orecchie, ma non sono d’accordo col giudizio negativo più generale.
    Mi è piaciuta l’originalità della sceneggiatura.
    Da sottolineare anche la genialità del titolo… tocca dirlo… del film e della recensione :)

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