Molto soddisfatto della selezione presentata nei primi tre giorni di Torino FF a Milano, da giocatore professionista (quale non sono), decido di smettere. D'altronde, la prossima manche prevedeebbe due italiani, di cui l'esordio di Claudio Amendola alla regia...sarà per un'altra volta. Il fedele "Spazio Oberdan" propone due filmoni, dedicati entrambi alla diva dimenticata Anouk Aimée, tanto bene. Il primo è "Salto nel vuoto", film di Marco Bellocchio, del 1980, con un grande Michel Piccoli e un senso d'angoscia insormontabile.
La musica di Nicola Piovani e l'interpretazione convincente di Michele Placido contribuiscono a rendere questa pellicola un piccolo gioiello del cinema nostrano. E' un ambizioso e riuscito affresco sul male di vivere e alcune sue forme. Esistenze avvolte in tessuto logorato dall'esaurimento e dall'odio, continuamente intrecciati. Un "I pugni in tasca" 10 anni dopo, direi. Inquietudine potente (la scena del battesimo e la successiva fuga). La follia e il terrore da essa generata. La vita sempre a contatto con desideri che son sentimenti di morte. Quante vite son così, riflessi morbosi, linee sbiadite, brevi e superficiali traghettamenti? L'infondata presunzione di essere appigli quando, invece, siamo noi ad essere già alla deriva. Si badi bene: una toga, in questi casi, trascinerebbe ancora più giù.
(depa)
(depa)
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