Venerdì sera, dopo l’ormai solita
cena sociale al Chico, mi sono diretto verso il centro storico dove ho fatto un
piacevole incontro che ha fruttato anche un buon consiglio cinematografico.
“La crisi!” è un film
francese del 1992 scritto e diretto da Coline Serreau. Ha vinto il Premio César
per la migliore sceneggiatura originale nel 1993 e, a mio giudizio, è una
pellicola niente male.
Una “commedia impegnata” nella
quale gli spunti e i conseguenti momenti di riflessione (rofumanti, occhio al
discorso sulla medicina cinese…) superano abbondantemente in numero i momenti
spassosi, seppur risulta infine tutta pervasa di un gradevole umorismo leggero
e delicato.
La filosofia è in primo piano e
l’amore non può che essere l’elemento guida e, soprattutto, il fine ultimo.
Una crisi chiama l’altra e il
fondo sembra raggiunto ad ogni passo, mentre Victor (Vincent Lindon) si rende
presto conto che la gente non lo ascolta e se ne frega dei suoi problemi. Egli
viene accompagnato nel suo viaggio alla ricerca di un po’ di compassione,
dall’innocente e sincero Michou (Patrick Timsit), un elemento incredibilmente originale
e positivo del film e “di gran rottura” nella prima parte, tanto che impedisce
allo spettatore di annoiarsi, durante questa che si rivelerà solo un “preambolo”.
La commedia, infatti, decolla nel secondo tempo, quando Michou diventa
protagonista, mostrando prima un carattere ignorante, ma sincero, che mette in
ginocchio il facile “ben pensare” dell’aristocratico di sinistra, poi la sua
vera anima, finché il suo modo d’essere e di vivere spiazza Victor che si rende
pian piano conto del fatto che, forse, nella vita, si riceve semplicemente
quello che si da.
Il finale è imprevedibile e
gustoso per la sua “rapidità”.
Complessivamente è
un film gradevole, che oltre a qualche situazione divertente offre
anche, a chi li volesse recepire, degli spunti esistenziali, proprio come era
stato nel surreale, visto e apprezzato qualche anno fa dal sottoscritto, “Il
pianeta verde”.
(Ste Bubu)
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