La casa a gas di Cukor

Questo pomeriggio, al solito Spazio Oberdan (forse un po' più freddo), ho avuto la fortuna di imbattermi in un film grandioso. Il regista newyorkese George Cukor fa la sua seconda apparizione sul 'Rofum ("Scandalo a Filadelfia") in veste elegante ma sportiva, con in mano un regalo-film che è un gioiello di perfezione: "Gaslight" (in italiano "Angoscia") è un film del 1944 e vi consiglio di recuperarlo.
Questa è la fabbrica dei sogni! Una costruzione di ritmo, suspense e angoscia che sa d'alta ingegneria; inquadrature e suono, movimenti macchina rapidi, fluidi, moderni (passa il carretto per strada, la m.d.p. sale verso la finestra del primo piano...). Gli attori superbi: Ingrid Bergman (da Oscar, ma di quelli veri) viso d'angelo capace di farsi occhio diabolico, folle, allucinato; Charles Boyer sublime e inquietante nella parte dell'affascinante criminale fisicamente, morbosamente attratto dalla refurtiva. Angela "Sig.ra Fletcher" Lansbury, tra una delle sue diciotto candeline e l'altra, lancia occhiate che restano nella memoria e costruisce un personaggio più complesso di quanto sembri. Ma la complessità, delle dinamiche psicologiche e dell'intreccio, è la vera forza che tiene la pallina delle emozioni perennemente danzante sopra il soffio d'aria.
In questo film tutti gli ingredienti risultano di una qualità eccezionale: sceneggiatura (tratta da un soggetto era antecedente e già noto), dialoghi (anacronistici solo per l'oggi ma a cui, evidentemente, il "regista delle donne" ha donato la propria esperienza), scenografia (altro Oscar), interpretazione e regìa. Eh sì, perché se i due protagonisti (ma tutti, come non citare dalla tipica vecchietta inglese impicciona?) paiono dare un solido smalto dorato alla pellicola, la regìa di Cukor, secondo me, avrà convinto anche Hitchcock a fare un mezzo applauso, all'inglese, riconoscendo al collega americano di aver forgiato un thriller psicologico impeccabile.
Guardatelo anche se siete stanchi, non si dorme con questa angosciante sonata.
(depa)

2 commenti:

  1. Meraviglioso!
    Ieri sera ho fatto tardi ma ne è valsa la pena... Verissimo Depa: impossibile addormentarsi!
    Questa pellicola ha una sceneggiatura spumeggiante, intrigante (e inquietante), perfetta anche nei dettagli e condita da un finale che ha zittito il mio cervello che stava pensando: e ora? ora che tutto è svelato dopo più di un'ora e mezza di suspense incredibile, come si può chiudere questa splendida pellicola?... sdadang! perfetto! un sorriso...
    Ma un film così, ha la sceneggiatura, ha la regia (d'accordo con te, Depa, nell'aver "scomodato" Hitchcock per quel mezzo applauso), ma non sarebbe tanto valido se anche gli interpreti non fossero di prim'ordine: tutti bravissimi, ma la bella Ingrid Bergman merita una citazione di merito particolare perché compie un vero e proprio capolavoro, dato il coefficiente di difficoltà del suo ruolo, secondo me, elevatissimo.
    Guardatelo! Impossibile rimanere delusi!

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  2. Uailaaa!! Chi l'avrebbe detto che alla fine sarebbe spuntato anche un mio commento? ebbene sì, forse non ci credevo nemmeno io, ma ieri sera, contro ogni aspettativa (il giovedì è la mia serata "libera", ed erano già le 21.45 quando ho schiacciato X) mi sono vista in solitaria "lampade a gas". E come mi fece notare il saggio Depa, il titolo è veramente azzeccato ed originale (la troduzione è un po' meno d'effetto, ma sensata). Veramente avvincente, sin dalla prima manciata di minuti s'intuisce che il regista ci sa fare...avete notato il viso di lei quando racconta al maestro il suo stato d'animo? il passaggio dal ricordo della zia defunta al nuovo amore è evidenziato sia dall'espressività dell'attrice, (ma anche dalla mollezza delle membra), sia da un gioco di ombre e luci, quest’ ultime che le accarezzano il viso fattosi improvvisamente radioso. Bella anche l’atmosfera esterna, inquietante, perfetta per un omicidio londinese alla Jack lo squartatore!

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