Ueila! Eccolo, il Bergman che non ti aspetti. Cavolo, il regista svedese, che al massimo abbiamo visto guardarsi indietro con un sorriso malinconico, ricordandosi di un posticino dove crescevano dolci frutti, in questo "Sorrisi di una notte d'estate", del 1956, è sorpreso addirittura nell'atto di sganasciarsi, con un certo aplomb, questo sicuro (è pur sempre un accademico della Settima!), circondato da visi femminili maliziosi e in quello di lasciar spazio a tutto il proprio cinismo represso.
Tanto per capirci, quando Ingmar Bergman si mette a fare lo spiritoso, la giuria di Cannes tira fuori dal cilindro il premio "Umorismo poetico". Roba di un certo livello.
Provatelo anche voi questo film un po' "La regola del gioco" (Renoir) e, quindi, un po' Wilde e, quindi, un po' Shakespeare...e via così. Vi stupirà il suo ritmo incalzante, la sua malizia elegante, la sua struttura moderna. Per il resto, tutto già visto, in Bergman: perfezione stilistica che emerge dalla pulizia dei movimenti e l'accuratezza della fotografia; impostazione teatrale dell'intreccio e della disposizione dei figuranti.
Per una volta anche Bergman, in un momento di lucidità, si ritrova a dire "sarebbe l'unico teologo che capisce ciò che dice". Sempre col massimo rispetto eh, professore. Colgo anche io l'occasione, più unica che rara, di scrivere di Lei in maniera un po' sbarazzina, senza avvicinarmi lontanamente allo stile che Lei ha donato a questa pellicola, ci mancherebbe.
Divertente ed intelligente sguardo sugli intricati giochi di coppia.
(depa)
Una commedia sull'amore ("L'amore è come un giocoliere con tre clave: cuore, parole, sesso. È molto facile giocare con le tre clave, ma è anche molto facile farne cadere una per terra.") che vive di una sceneggiatura originale e frizzante, monologhi stilisticamente perfetti nella composizione e nell'interpretazione e condita da qualche colpo di genio come il garzone-poeta che, "intrattenendosi" con la giovane cameriera, decanta e introduce le ultime vicissitudini amorose della storia: tre sorrisi di una notte d'estate.
RispondiElimina"Commedia e poesia" è sempre un ottimo abbinamento che però solo i grandi della settima arte riescono a eseguire senza cadere nelle banalità "baci perugina" e raggiungendo, al contrario, un livello di eccellenza cinematografica, come Bergman in questa pellicola.