Il quarto film del FKFF, passato in sala Valéry, è stato "Un luogo lontano". Storia di fuga e d'amore diretta dal regista, classe 1984, Park Kun-young: attorno allo scontro dei cuori, quello delle generazioni. In uno stile freddo e compassato, ma capace di fiammate, guardiamo quest'ennesimo racconto d'esistenze insoddisfacibili, tra cotanta ipocrisia. Solita buona fattura, palline però.
Dal "Progetto Jeonju", un amore impossibile a causa di gabbie mentali, fuori e dentro. Dall'originale impostazione, col baricentro non sulla relazione principale, riuscendo così a centrare la pellicola proprio nel Luogo del titolo, così distante che non esiste. Tanti topoi, triti, e mescolati con lentezza. Per questo motivo, purtroppo, la pellicola si fa inaspettatamente rinunciataria, ovvero reazionaria. Coll'ammonimento a non provar più bizzarrie del genere! L'intimità sfiorata, forse per questo irrisolta, i protagonisti (ottimi) sono elementi estranei.
Sotto il godibile.
Sotto il godibile.
(depa)
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