Amici vecchi

Nel quinto lungometraggio del FKFF, mi imbatto nella sezione "New korean cinema". Altra pregevole fattura, "Friend" (2001), terza opera del regista classe 1966 Kyung-Taek Kwak. Riproposta godibile, capace d'un crescendo ammirevole, tra i ragazzi di quartiere, alcuni bravi, altri "Bravi". Storia di gangster e amicizia, intensa, ma scontata vieppiù vent'anni dopo (mea culpa).
Inizio dai titoli di testa. Vedere prego. La sensibilità del cineasta è già lì. A quanto pare semi autobiografico del regista, nella "sua" Busan. Si vede. L'inno alla gioia infantile è accorato. "Dei ricordi galleggiano nella mia mente...". Poi sarà un rincorrere con secca eleganza le vicende di piccoli amici e boss. 1976. Strade diverse, dopo la scuola. 1981. I momenti già visti (la corsa alla sala, rallenti sorridente quanto peccaminoso), mega risse stupefacenti, come Loro sanno (due contro un Cinema). 1984. L'amico delinquente metanfetaminizzato, non sente il tempo. 1990. Le cose cambiano. L'amico s'è ripreso, la disfatta può compiersi.
Fotografia di classe, ritmo roboante il giusto; attori noti, strepitosi (Yu Oh-seong, 11-9-66, dalla profonda cicatrice; affezionati alla grande guardia Jang Dong-gun, 1972), sorreggono la trama scorrevole, ma scontata. Siamo alle solite: nulla da eccepire, ma il déjà-vu è costante nelle meccaniche narrative (non prive d'una certa prolissità). Avanti, avanti.
"Ai miei amici e alle loro famiglie".
(depa)

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