Ecco perché, vale sempre la pena, seguire i consigli. Ve lo do anch'io: "Il "boom"", di Vittorio De Sica, 1963, capolavoro della grande scuola cinematografica italiana. Alberto Sordi pazzesco, può solo esplodere il testo di Cesare Zavattini. Thanks Mino.
"Dino de Laurentiis" (ne sapeva) presenta anche Piero Piccioni, nei titoli di testa già all'insegna dei luminosi Capitali. Sequenza tennistica che fa scuola, accademia e assemblea! Tennis luogo metaforico ideale: tre anni dopo la pallina sparirà. "Lo sa tutta Roma!" ma...sorridere, ballare il limbo, dopotutto strisciare. Vagare tra Vaticano, Gianicolo e twist. Servire. E "l'amico" dorme.
Gesù a Fregene, nella meravigliosa regia di De Sica anni '60, con pungenti contrappunti pietrangeliani (l'Amore è lo stesso che, due anni dopo, conosceremo bene). "Ma cos'hai stasera?". Se tremi, se barcolli, se sei stufo. "Niente, nieeente". "Non siamo mica ai tempi degli schiavi!". Fortuna.
Un Sordi pazzesco, amarissimo buffone, "Perché hai accettato?", "Perché avevo bisogno". Camici bianchi, scienziati che inseguono bramosi la paziente cavia. La lungimiranza dei grandi autori si specchia nell'immobilismo capitalista.
(depa)
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