L'ultimo metrò

Adunata XXXXVII:
"L'ultimo metrò" di François Truffaut, 1980. Secondo film, presentato in veste "ufficiale", del regista francese. In sala Uander l'attesa è incontenibile: Io, Elena, Albert Aporty, Tigre, Doris, Tommy & Peco, Paoletta (*new!) e...a metà film, dritto dritto dall'ufficio, il mitico Albert Monzy. Con una mezz'oretta di ritardo premiamo la "x" e si parte, destinazione Cinema, frazione Francia 1942, occupazione nazista.

Non per soldi...ma per denaro

Riunione XXXXVI:
Grande Cinerofum, sempre grandi appuntamenti! In quattro (io, Elena, Tigre, Doris) ad assistere all'ingresso, nelle nostre sale, del maestro della commedia americana: Billy Wilder. Al ricevimento, tenutosi in sala Sbargioff, erano tutti in fibrillazione poiché, per l'occasione, il regista polacco Samuel Wilder ha deciso di mettere insieme, per la prima volta, la coppia che riceverà applausi e risate di sottofondo per molti e molti anni.

Au hasard Balthazar

Visione XXXXV:
Ueila Cinero', mi accingo a raccontarvi le emozioni provate ieri sera in sala Uander. Solo i soliti tre amigos presenti: Io, Elena ed Il Tigre. Peccato. Perché il film di cui stiamo per parlare è una struggente poesia, un cinema che ti s'insinua nelle viscere e fa dubitare di sé. "Au hasard Balthazar", del francese Robert Bresson, 1966.

Extra: in vena di...anzi, fuori.

Ciao a tutti/belli/brutti. Domenica pomeriggio Zippino è già sottocasa. Ibiza grigia e nonocchio bene non-in-vista. Questa volta ha lui un film da proporre, dopo "Berlin Calling" che, si scoprì in seguito, fu farina solo del suo sacco, in quanto Mignox non ne ha mai sentito parlare...Misteri. Sempre fedele alla linea (ma non preoccupatevi), ci sottopone un film che già dal titolo è a cottura ridotta, al sangue: "Fuori vena", del 2005. Diretto da Tecla Taidelli, milanese, classe 1977.

Extra: passioni ed errori "oltre".

Ciao a tutti. Giovedì scorso, io e Mr Brown, abbiamo dedicato 88 minuti alla visione del film "Ultrà" di Ricky Tognazzi, datato 1990. Film culto della nostra generazione, l'abbiamo visto tutti; più volte. Ma rivederlo oggi, dopo tutto quel che è stato, e proprio in questo delicato momento per la cultura di gradinata, è una sensazione nuova. Strana. Il film consegna allo spettatore uno spaccato del pianeta curvaiolo, del mondo tifo, quello più accorato, quello più passionale ed estremista.

Extra: Viale del tramonto...che extra!

"Viale del tramonto", 1950, di Billy Wilder.
Prefazione
È un film “importante”, che io, e non solo, inserirei nella classifica dei migliori venti. L’ho notato durante la visione. Per dirla meglio, ho provato quella bellissima sensazione che mi capita di sentire quando vedo i film capolavoro, quell’emozione percepita durante la visione di Accattone oppure di Signore e signori, Il fascino discreto della borghesia, Suscià e anche Easy rider. A tale proposito mi viene in mente una frase detta da Terry,  personaggio di un libro che sto leggendo, grandissimo appassionato di cinema e divoratore di pellicole. “È possibile, naturalmente, concepire il film perfetto. Ciò non implica che debba trattarsi di un film piacevole o ottimistico. Potrebbe anche essere il film più deprimente che mai sia stato girato. L’importante è che possegga un’impostazione coerente, priva di sbavature. Io sono certo che questo film esiste. In questa fase non faccio che impadronirmi degli strumenti per trovarlo…. 

Sono innocente

Recensione XXXXIV:
Cinerofum tartufato ieri sera in sala Uander. Pochi intimi (Io, Tigre & Doris) per una tagliatellata d'autore, grazie Doris, e per una proiezione di altissimo livello: "Sono innocente" di Fritz Lang, 1937. Attore protagonista, Henry Fonda (il Tom Joad visto di recente, tra gli altri). Questo film appartiene al "periodo hollywoodiano" della filmografia del regista austriaco. La domanda quindi: si percepisce questa "appartenenza"?

Extra: l'uomo che è.

Ciao 'rofumanitosi, vorrei segnalarvi un film che, io ed Elena, abbiamo visto lo scorso venerdì: "L'uomo che verrà" del bolognese Giorgio Diritti, del 2009; ideato, scritto e diretto da lui. Il secondo film del regista, dopo "Il vento fa il suo giro" del 2005 (che non ho visto). Anche in questo film compare Alba Rohrwacher, che si conferma sulla cresta dell'onda, è ovunque...

Una commedia sexy di una notte di mezza estate

Appuntamento: XXXXIII
E alla fine ce l'abbiamo fatta: anche la nuovissima sala Tuba è stata inaugurata. Al 12 di via Briosi entra in scena uno dei grandi del cinema, Allan Stewart Königsberg: Woody Allen.
Ci entra non dalla porta principale, in pompa magna, ma vabbè, intanto ci siamo presentati. Bella questa sala! Mobili nuovi e moderni, birretta e patatine, e gelato rinfrescante; sullo sfondo tetti milanesi ad altezza sesto piano. Non male. A goderne: Albert Aporty e Michela, io, Elena e Tommy (senza Peco!?).
"Una commedia sexy in una notte di mezza estate", classe 1982.

Extra: Genova, ancora...

Ueilaaaa, altro extra, altro regalo.
La Ele è un po' stanca, io non aspetto altro. Guardiamoci un film sul divano più comodo al mondo (il proprio).
Siccome il Tigre, il giorno prima, ci ha detto "...non è un granché, ma dovete guardarlo perché è ambientato a Genova!", non possiamo evitare, a così breve distanza da quel disastro che è "Cosa voglio di più", di riavvicinarci piano, piano, quatti, quatti, a quest'altra opera del regista milanese Silvio Soldini: "Giorni e nuvole" (2007).

Extra: McCarthy vive!

Buongiorno a tutti, mi viene voglia di parlarvi di questo film del newyorkese Martin Ritt, con Woody Allen: "Il prestanome", datato 1976.
Non avevo mai sentito parlare di questo regista, scomparso nel '90, autore di una trentina di film. Questo film affronta quel vergognoso periodo che fu il maccartismo, spazio Stati Uniti, tempo anni '50.

In the mood for love

Recensione XXXXII:
Questa volta pansotti al sugo di noce, in sala Uander. Io, Lelena, Tigre, Albert Aporty con Michela, e...Gioggi; sì, proprio lui.
Abbiamo qualcosa da farci perdonare da Michela (un "Fuoco fatuo" difficile da mandar giù) e da non rischiare con Gioggi (se no scatta il solito piano, attuato da una manciata di dispersi: "eh ma no, sai, è che, cioè...nel senso...").
Che selettivi ormai! Il regista cinese Wong Kar-wai, finalmente, ci lascia con un non so che...
Continuiamo a riflettere...
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La doppia vita di Veronica

Recensione XXXXI:
Io, Lelena, Zippino ed il Tigre, in sala Uander; ad assistere a questa pellicola del regista polacco, datata 1991.
Alla fine del film tutti "con quella faccia un po' così".
Ci prendiamo qualche giorno per riflettere.
 [...]

Easy rider

1969, USA, diretto da Dennis Hopper.
Per questa volta si è deciso per una proiezione “soft”, ed ecco che spunta all’orizzonte uno dei mitici  film di fine anni ’60, Easy rider. Sala Uander risponde alla grande e registra il tutto esaurito!
Easy rider parte subito facendoci capire subito che rock e chitarre elettriche ci accompagneranno in questo splendido viaggio fra la California e New Orleans. Riprese di scenari magnifici, strade infinite, e cieli soleggiati sovrastano tutto. La storia racconta di due compagni di avventura, che molto speranzosi tentano il colpo della vita, poca spesa e tanta resa. Harley-Davidson cromate, luccicanti, autostoppisti fermati per strada e feste hippie ci portano per mano, in maniera leggera, senza fatica. 

Extra: Happy di sorridere un po'...

Ciao 'rofumetti, venerdì scorso io, Lelena, Tigre e Doris ci siamo spinti (guidavo io!) sino a via del Conservatorio per vedere "Happy Family" (2010), l'ultimo film di Gabriele Salvatores.
Non ero convinto di scrivere qualche riga su di questa pellicola, ma vista la tragedia cinematografica di "Cosa voglio di più", ho voglia di riconciliarmi col sorriso e col cinema italiano che, quando non si inoltra in terreni che non sa affrontare, riesce a far trascorrere qualche piacevole ora al proprio pubblico.

Extra:...ma qualsiasi cosa, altro che Lucano!!

Ieri, io ed Elena, spinti dal caldo più che dall'entusiasmo, siamo andati al cinema all'aperto di Porta Venezia a vedere "Cosa voglio di più" di Silvio Soldini, regista milanese cinquantaduenne.
Sapete ormai quale sia la mia predisposizione a vedere film contemporanei italiani (credo di avere visto gli unici al cinema negli ultimi mesi), e quasi quasi mi stavo pentendo dei miei pregiudizi.
Sino a ieri sera; torno nel mio loculo. Non gliene fregherà nulla a nessuno; ma quello che è stato proiettato ieri ha passato il limite.

Extra: pianeti avversi...

Saturno Contro, di Ferzan Özpetek, 2006.
Una recensione extra che nasce da una domenica milanese di grande calura estiva. Sveglia a mezzogiorno, colazione, e poi, pam, film.
Il film racconta una fase di vita impegnativa, difficile, che il cast, composto in prevalenza da attori italiani, affronta condividendo in pieno ogni momento. E’ una storia soprattutto di amicizia, vissuta e raccontata attraverso essa. La storia procede attraverso una serie di intrecci amorosi, omosessuali e non, che portano a toccare temi come la morte, il tradimento, l’approvazione dei genitori. 

Sciopero!

Recensione XXXIX:
Sorvolo sulla tragica serata di martedì scorso.
Meglio parlare di questa pellicola storica del grande maestro sovietico del cinema, gran teorico del montaggio.
"Sciopero!" è il primo film di Sergej Mikhajlovič Ėjzenštejn, del 1925. Una decina i film realizzati dal regista di Riga, una decina i suoi libri teorici sull'arte della regia. Infinitamente di più quelli realizzati dagli altri riguardanti il suo genio.
Nato nella Russia pre-rivoluzionaria (1989), cresciuto nell'URSS stalinista, morto a 50 anni, ha impresso il suo nome nella Settima tra i primi. Secondo mia abitudine, provo ad ipotizzare un Ejzenštejn più longevo, in una nazione più libera. Sono inciampato in un ragionamento per assurdo; lo so.
Il film. Strepitoso.

Extra: l'educazione di Hornby

Ciao 'rofum, ieri sera io ed Elena abbiamo visto ai chiostri di Santa Barnaba "An education", della regista Lone Scherfig, del 2009. La cinquantenne danese fu discepola della scuola danese, fondata nel 1995 dai due registi "von" Trier e Vinterberg, i quali predicarono, detto sinteticamente, la rinuncia a tutti quegli artifizi e orpelli che, a loro detta, stavano conducendo la "Settima" verso l'impossibilità di raccontare le intime sensazioni (ancor meglio se accompagnate da una qualche sofferenza) dell'essere umano d'oggi: la luce dev'essere quella naturale (se non una lanternina sulla telecamera...), i colori quelli reali (senza elaborazioni post-produzione), insomma, gli effetti speciali hollywoodiani sono aglio per questi "Nosferatu" di Copenhagen. Un'applicazione di questi dettami fu il #dogma12 ("Italiano per principianti"), che ne dite di un extra apposito?

Sogno di una notte di mezza estate

 
Buon giorno amici del Cineforum, 
No..non state avendo un abbaglio a causa della calura estiva...sono proprio io..Lelena!
e non scrivo per aggiungere un commento...NO! NO! Mi accingo proprio a scrivere una recensione. Il primo. E forse l’ultimo. Chissà...

fatto stà che ho rubato un po’ di spazio al nostro blog (Tigre e Depa non me ne vogliano) per aprire una parentesi teatrale sullo spettacolo che è andato in scena ieri sera al Teatro dell’ Elfo di Corso Buenos Aires 33: Sogno di una notte di mezza estate, una commedia di William Shakespeare scritta all'incirca tra il 1594 -96.