Elena trotterella tra i trentini e mi ritrovo quasi
solo nell’enorme “Sala 1” del “Sivori” (un tizio, agli opposti: due re scacchieri) a
recuperare l’ultimo d’una notte di mezza estate: “Una sconosciuta a Tunisi”
(t.o. “Aicha” quindi per nulla ignota, ma il nome della ingenua e tenace protagonista).
Scritto e diretto dal tunisino, classe 1984, Mehdi Barsaoui, formatosi tra l’ISAMM’
di Tunisi e il DAMS di Bologna, qui al 3° lungometraggio; per me tra i più originali della stagione.“Liberamente ispirato a fatti realmente accaduti a Tunisi dopo la rivoluzione”. Scrolling, mica in bagno, e ti perdi le voci. Pulizie, senza dimenticarsi di
sorridere (e niente broncio!). Che figata! In questi casi c’è addirittura chi
mette su Lou Reed…felici delle elemosine! “Enjoy your meal!”, Aicha,
sorridi! Parole di genitori: sposati con quel vecchio, fallo per noi! Poi c’è
la famiglia aziendale, tra fratelli e sorelle licenziati come te, o quasi, al “Mirage
Palace” dal nome ammonitore: cosa resteranno i sogni, senza venderti al
direttore...Nei nostri molteplici e ipocriti patriarcati, una reazione è la
ricostruzione dell’imene (?), che tempi rivoluzionari! BOOOM, uno degli shock
più riusciti dul grande schermo-----TITOLI------E questo era solo l’(ampio) incipit!
Al proprio funerale, per una nuova vita. Tunisi, rosé, queer! Povera
Aicha, nelle mani del potere maschio. Battiti da Tozer, ma le cose non possono
che peggiorare, prigioniera del falso, attorniata dalla morte. Il braccio
armato dello stato si comporta: dire che è caduto, che le telecamere erano
rotte, far sparire tutti i video (“a tre anni dalla pensione!”). Nella società
in putrefazione, Aycha, che “puttanella” non è, deve ancora imparare dove non andare
quando la chiamano. Vederla di nuovo in disco, pure estatica, per noi è
diabolico…ma ha la nostra simpatia.
Pellicola scattante, sorprendente, qualcosa di fresco. Le morti accidentali del
2004…quelle prima e quelle dopo, in un “Paese senza pietà” poiché sorretto
dagli stessi viscidi figuri e meccanismi di ogni dove. “Rafik capisce le donne”,
e lo dice una donna…Insomma Aycha combinaguai dal coraggio decisamente ma
comprensibilmente altalenante: genitori sì, sbirri no (ma che abbraccio col
padre!). Lo sbirro ha sempre “mani legate” (“Sono uno di loro, parte del sistema,
aiuto i criminali a farla franca”), è questo che lo cuoce, lei no.
Film piacevole, intrigante, peccato non fosse in sala l’ultra-esigente Elena.
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento