Pet boy

Prima che Elena raggiungesse la combriccola del Brenta, facemmo in tempo ad andare al “Sivori” dove, nella “FilmClub”, eravamo in una manciata per un’altra delle proposte estive del “CircuitoCinema”: “Breve storia di una famiglia”, del 2024, scritto e diretto dal cinese Jianjie “JJ” Lin, è un thriller domestico che ben sfrutta i canoni estetici affermatisi dall'oriente. A costo di originalità, buona fattura ed efficacia, che è facile mostrare le magagne nelle riflessioni e nelle relazioni capitalistiche.
Tra rette e diagonali urbane, due solitudini oscillanti, molto differenti tra loro. “Vieni a giocare alla play 2?”. Così trovi la casa con la soia alla maniera d’una volta, che sta su tutto, e puoi anche dire d’essere orfano…Se il proletariato nei corridoi dei borghesi distratti…Alle “botte”, il sospetto s’insinua, ma vediamo… Latenza…Una generazione in attesa, in coda. Corso d’inglese, che palle, gara di scherma, finita. Un padre che dice stronzate, un altro che se n’è andato (padre macguffin)…poi i desideri avverati. Shuo per i Tu è una seconda possibilità. Certe cose ti circondano, ti braccano, le note di Bach, il pensiero a una dimensione. Abile regia, manipolatoria come il protagonista. Ma dove andiamo a parare?...Le politiche familiari del governo, quindi quesiti sui concetti stessi di famiglia, genitorialità e filiazione. Quali le conseguenze dell’ingerenza nella sfera privata quanto naturale della riproduzione e della formazione della famiglia costituita? Ma tutto questo rumore? Nessuno necessario, tutti sostituibili, figli in primis. Alla torta di compleanno, il quasigenito vede rosso, tra tensioni intrecciate che troverebbero finalmente sfogo biologico, harakiri. Con questi bassi, mi attendo la catastrofe bonghiana. Ma no, solo uno scherzo, tanto rumore per.
(depa)

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