Buon giorno amici del Cineforum,
No..non state avendo un abbaglio a causa della calura estiva...sono proprio io..Lelena!
e non scrivo per aggiungere un commento...NO! NO! Mi accingo proprio a scrivere una recensione. Il primo. E forse l’ultimo. Chissà...
fatto stà che ho rubato un po’ di spazio al nostro blog (Tigre e Depa non me ne vogliano) per aprire una parentesi teatrale sullo spettacolo che è andato in scena ieri sera al Teatro dell’ Elfo di Corso Buenos Aires 33: Sogno di una notte di mezza estate, una commedia di William Shakespeare scritta all'incirca tra il 1594 -96.
Appuntamento al bar di fronte alla Feltrinelli....La formazione è tra le più variegate; Troviamo Albert ( in pole) con inquilino e rispettiva amica, ciuffi di colleghe (sempre from Monzy) che oramai spuntano come funghi ad ogni serata, Toto ed ex coinquilina accompagnati da Gloria. Special guest...Doris.
Dopo essermi fatta rimbalzare da una cameriera del baretto perchè copevole di essermi seduta al tavolo con il conogelato (eh..sporchi la tovaglia!) ci dirigiamo verso l’Elfo.
Ci accomodiamo in sala Shakespeare lasciando alla maschera i biglietti dei soliti ritardatari, e subito il mio primo pensiero va all’ottima posizione rispetto al palcoscenico... i posti sono abbastanza centrali e sufficentemente vicini per poter godere di una bella visuale. (non si vedono perfettamente le espressioni ma poco ci manca...)
Ecco spegnersi le luci...secondo pensiero: maledette poltroncine!! troppo ravvicinate anche per uno scricciolo come me......mh...penso...vabbè, non c’è il rischio di prendersi il morbo di Depa ( non vengo al teatro perchè dormo!! ) troppo scomode per stravaccarsi un po’ (nonostante tutto dopo 20minuti trovo cmq il modo di spalmarmi in diagonale )
Si spengono le luci...Oddio sono già stanca...ma chissà poi quanto dura...”trum trum” mi faccio due paranoie delle mie ed ecco entrare gli attori:
La commedia è un susseguirsi di tre storie intrecciate, collegate tra loro dalla celebrazione del matrimonio tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni. Devo dire che nei primi 10 minuti i due attori (Teseo ed Ippolita) non mi sono piaciuti per nulla...troppo veloci...troppo meccanici e freddi nel “ripetere” (non recitare a parer mio) la parte; storco il naso e attendo che finiscano.
Ed ecco irrompere sul palco un nuovo gruppetto: Ermia, presa letteralmente a calcioni dal padre, seguiti da Lisandro e Demetrio, entrambi innamorati della fanciulla ma quest’ultima promessa in sposa di Demetrio nonostante ella ami perdutamente Lisandro...e già qui vi sembrerà contorto...ma lo è molto di più....per non raccontarvi ora tutta la dinamica mi limiterò a dirvi (per chi già non lo sapesse) che tutta la storia si svolgerà da qui in poi all’interno di un bosco incantato, animato da splendide creature (bella e brava, dotata di splendida voce, la fata ammaliatrice con tanto di abito sexy) dove i nostri amanti si perderanno e ritroveranno tessendo una trama tanto bizzarra quanto divertente. Mi sono piaciuti molto questi quattro ragazzi...una su tutte Elena (no vabbè mica per quello) forse un po’ troppo “teatrale” per qualcuno... dotata di un bel carisma secondo la mia modestra opinione. Sul palco se ne danno di santa ragione, fanno dei voli pazzeschi degni di uno stuntman ed ammiccano flertando tra di loro con malizia poco velata.
Nello stesso tempo, una combriccola d’ improbabili attori vuole mettere in scena una rappresentazione popolare sul tema di Piramo e Tisbe per omaggiare i due sovrani di Atene; Eccoli dunque riunirsi a loro volta nella foresta per le prove.
Questi sono stati forse gli attori che più ho sottovalutato inizialmente, ma poco a poco si sono ritagliati la loro parte ben rappresentandola sino alla fine. Divertente la commedia nella commedia...ok è da copione, non si sono inventati nulla, ma sono riusciti a renderla realistica...farla arrivare al pubblico che ricambiava con applausi in realtà non dovuti.
Insomma...uno spasso. Mi è piaciuto ed ha intrattenuto per ben tre ore una platea che non si è fatta mancare risate a rischio soffocamento (la tizia davanti a me ha avuto una mezza crisi)
Punto dolente della rappresentazione (e qui entra forse in gioco la deformazione professionale) la scenografia poco curata...non vi è nulla che rappresenti il bosco, e trovo che questa sia stata una grande mancanza, non solo perchè avrebbe potuto trasmettere meglio l’atmosfera che si viene a creare in una selva incantata, ma anche perchè la commedia è davvero bella ed avrebbe potuto guadagnare molti punti sul risultato finale.
Idem per le luci...sarebbe bastato poco per giostrarle in modo fiabesco.
Belli invece i costumi...diligentemente studiati: aprossimativi ed imprvvisati per la “compagnia di attorucci”, raffinati e particolari quelli degli abitanti del bosco; di stile la Regina delle fate (non la classica fatina tutta veli e fiorellini ma piuttosto una specie di Crudelia de Mon versione rasta) ed il compagno Oberon che ricorda un clochard londinese dell’ottocento.
Mi sento di consigliarlo anche a chi il teatro non lo ama, trascorrerete di certo una bella serata. Ironico, fresco ed attuale.
Lelena Pollinz
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