Western della vita

Saputo che Blake Edwards sarebbe passato da "Iris", mi son precipitato per beccarlo, quasi dieci anni senza vederlo. Tutto westito, unica volta, in abiti eleganti di cowboy maturo. Requiem di una giovinezza e di un'epoca, "Uomini selvaggi" (t.o. "Wild rovers"), del 1971, si avvia con passo lento e parsimonioso verso il tramonto.
Si cavalca notte e giorno, attraversando vallate e deserti. L'orizzonte dei mandriani si dipinge di rosso più volte. "M.G.M.", con William Holden e Ryan O'Neal (1941-2023), già avventuroso sognatore ("Io te lo so dire subito quando sto partendo...", beato lui!), azzoppato e ammazzato. Philip Lathrop alla sfavillante fotografia, peraltro "Filmed in Panavision". Col "Metrocolor" che galvanizza i grandangoloni panoramici. "Written and directed by" con la brillantezza del regista di Tulsa.
La banda dei cowboy s'infoltisce. Prime cadute, morti (uccisioni). "C'è puzza di pecora", scazzi tra pastori e mandriani. Storie di frontiera, un'avventura, bordelli, una rapina! Coguari e banche. Dalle tinte crepuscolari, quasi ci si scorda d'essere inseguiti ("vivi, se possibile"), tra i pensieri sulla "gioventù che non torna più". Svezzati dal vento, dal Montana allo Utah, vite libere, dure. "Spiace anche a me", per Ross. Mica il film, per me tra i "Da non perdere" di Edwards.
(depa)

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