Felicemente stanchi, con Elena arrivammo al quinto e ultimo giorno di "Trieste Film Festival". La giornata conclusiva fu aperta da un film della sezione "Fuori sche(r)mi": "Arthur & Diana" scritto, diretto, montato e interpretato da Sara Summa. Francese di genitori italiani, classe 1988, che vive in Germania, al secondo lungometraggio: "produzione apolide" low-budget, intrattiene con ironia, suscitando dolciamare riflessioni su tempo e legami.
In sala il fratello della regista, Robin, nonché altro interprete principale: fratelli italo-francesi, tutto un mondo in odor di Savoia, tra Bruni Tedeschi e Castelletto, borghesi spigliati. Parla per la sorella: "Temi intimistici, famiglia, infanzia, maternità, lutto. E' stata un'avventura creativa. Assolutamente un'opera di finzione, ma anche una storia personale, in particolare legata a mio figlio". "Fresco, originale road o family movie", annuncia la curatrice...
Una vacanza in automobile, col suo piacevole stress di coppia. Momenti di fisime rohmeriane, imprevisti e scappatoie (indifferenza, impreparazione...). La sezione è quella giusta [ma il passaggio dal karaoke alla versione "studio" non è ne fresca, né originale, v. l'"ottimo buon" Guedig ora nelle sale]. Brezze nouvellevaghiane, cui contribuisce la fotografia del'iraniano, classe 1986, Faraz Fesharaki, stampata poi in 16mm. Leggerezza che, assieme alle ridondanti canzoncine d'amore francesi, piega un po' il "tragico" finale. "Sulle parole della sera, sui ricordi d'infanzia". Voto: 6.
Al dj del Politeama Rossetti, il merito di aver divulgato in sala le note di "Che brutto affare!" (1981), di Joe Chiarello, chapeaux.
(depa)
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