Il quarto giorno del Trieste Film Festival proseguì con un altro indelebile ritratto di donna. Anche Etero entra nella schiera delle resistenti. "Blackbird Blackbird Blackberry", diretto dalla georgiana Elene Naveriani, al terzo lungometraggio, è una toccante pellicola romantica. Sull'amore sbocciato in ritardo, col frutto ormai maturo non adatto alle vetrine, ma perfetto per raccontare una storia, al femminile (al maschile).
Dal romanzo omonimo della scrittrice Tamta Melashvili, un dolceamaro racconto di autunni malinconici e tenaci. Scritto attorno al personaggio principale, dove si staglia la grande interpretazione di Eka Chavleishvili (qui al secondo lavoro con la regista). L'irruzione dell'amore come un shock che defibrilla un cuore rattrappito. Le nuove posizioni sconvolgono le dinamiche del piccolo villaggio dal piccolo pensiero. Malelingue che Etero regge con tutta la larghezza delle robuste spalle, disposta, e capace di, una seduzione che sa di rivincita, ad ogni costo. Bellissima fotografia, che fa impercettibilmente posizionare la scorbutica, Etero, proprio accanto a Blaga, nei nostri cuori. Sino al sapiente finale.
Una filastrocca, può ferire, come fantasticare. Voto: 7.
(depa)
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