Ruota cadavere!

In TV propongono "Il falò delle vanità" di Brian De Palma, 1990. Non mi tiro indietro, non mi annoierò. Ma sono gli ultimi fuochi di un autore cinquantenne già stanco, con la critica graffiante da immergere in un commedia bizzarra cosparsa di celebrità.
"WB" presenta Tom Hanks, Bruce Willis, Melanie Griffith e Morgan Freeman e fior di comparse. Dalla "novel" di Tom Wolfe, vuoto egotismo, logorroica adulazione, da riprendere con carrellate, o split-screen, cari al regista. Willis, giornalista e scrittore, è l'uomo del giorno: "Guadagnare il mondo perdendo l'anima". Si parte, tra bugie grinzose, cyclette piangenti, i "padroni dell'Universo" di Wall Street e le grandi altezze, da cui rovinare. Per uno svincolo sbagliato, per mondi sconosciuti (Bronx, neri). "Non pensare: zitto e scopa". Dopo anni è diventato slogan di partito. I massmediaroli e la vanità del reverendo, in questa commedia tragicomica, con l'ironia a far da contraltare all'alienazione dilagante in questa radiografia dell'alta società. Colpevole o innocente? "Desolato". Inconcepibile nel girone infernale della legge, dove non va mai come... L'accoglienza della sua classe al rientro a casa leva la maschera. La Griffith, che i giornali li legge "spasmodicamente!", dà a Willis della "mezzasega"..."Essere disposti a mentire per far venire a galla la verità". Il sermone finale "Giustizia è la Legge" di Freeman, vent'anni prima non l'avrebbero girato (see, ciao mamma!). Albeggiavano i tempi in cui sterili pentimenti dei liberal somministravano pacificate illusioni.
(depa)

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