Violenza violina

Lunedì scorso siamo tornati dai ragazzi dell'ex-Altrove, per la rassegna "JLG Un portrait" dedicata a Jean Luc Godard. Con "Prénom Carmen" balziamo al 1984, direttamente nel "terzo periodo" dell'autore, il cui lavorio tecnico-teorico si mantiene sui binari intrapresi. Naccherando Mérimée, una storia d'amore godardesque.
Massimo Lechi, "bastone della vecchiaia" della familiare presentatrice sicula, all'introduzione: "Ci fa fare un salto triplo carpiato in avanti nella filmografia di JLG. La precedente sporcizia formale e il grande romanticismo lasciano il posto a...Film difficile, molto complesso. Vinse a Venezia con la giuria presieduta da Bertolucci, con cui si riavvicinò dopo anni, in un momento difficile per il regista, dopo il fallimento del progetto Dziga Vertov e il naufragio del seguito di 'Fino all'ultimo...'". Non resta nulla della Carmen brizetiana e di quella merimiana. Questa è una forza della natura. Anti idillio, storia di una grande passione senza una scena di sesso. Contrappunto tra alto e basso, Beethoven e Tom Waits, l'immagine e il sonoro. Vuole essere il trionfo della Bella Immagine. Ricerca dei Colori Bellissimi. Anche divertente, nel suo essere fuori sincrono. Se entrate nella cacofonia audiovisiva, è un bel viaggio". Poi una voce robotica in sala ribadisce che il film sarà in pellicola in 35mm, chiosando: "Se l'uomo non immagina, si spegne".
Miglior film, fotografia e colonna sonora. Per il design del film, un successone. Legarsi a qualcuno. Suonare col corpo. "Quando la merda avrà valore, i poveri non avranno più il culo". "Bei seni, peut-etre". Tutto trema. Terra, casa, culo. Una splendida patata sotto il naso, in primo piano. Insomma, la passione come mareggiata spumeggiante ("Marea montante") nel Capitalismo dei Rifiuti: dalla bomba atomica ai bicchieri di plastica. Il cognome è Joseph, patriarcale e automasturbatore. "Amanti vigliacchi" è preceduto da "Gli". Guide Michelin per i paradisi fiscali, c'è da perdersi.
Ridò alla gitana di Bizet la sua forza, non così distante da quella calamitica della militante godardiana. Cane e lupo non vanno insieme, ma anche lei e il lubrano sapranno proteggere i loro attimi incandescenti. Maruschka Detmers, olandese classe 1962. Lei è il diavolo sicuramente.
(depa)

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