Piccole gonne

Vicini a a completare la filmografia di Antonio Pietrangeli, ne abbiamo proiettato "La Parmigiana". Altro capitolo, del 1963, della tenace e brillante resistenza femminile. Quella permessa da una società maschile in bilico tra prepotenza e ridicolo.

Opposti ai posti

Due mesi fa, su "Raiplay", abbiamo recuperato un altro, forse il più celebre, Frank Capra. Come spiega George Sadoul, apripista di svariate successive imitazioni, con la coppia improbabile di star a far sognare una nottata diversa, col risveglio nell'amore più inaspettato. "Accadde una notte", del 1934, è master acchiappaoscar delle commedie.

Guardiani castrati

Con Elena, lungo l'opera di Antonio Pietrangeli. "Il magnifico cornuto" è il nono film del regista capitolino. Schiaffo in faccia ai maschietti sicuri di sé quanto incapaci, un'altra commedia dalla parte delle donne, girata con sensibilità.

Ospital!

Con una pellicola da "Bibbia", segnalata da "Foglio", non so se mi, scopriamo Wojciech Has (1925-200). Gli intenti pedagogici dei precedenti lavori dell'autore polacco non inficiarono l'autorialità del suo esordio cinematografico, datato 1958. "Il cappio" (t.o. "Petla") è quello stretto dalla dipendenza. L'alcol abbranca il collo di molti protagonisti, boia di se stessi, d'una solitaria tragedia. Ogni spazio fa spavento, ogni parola brucia dentro.

Annikilisce

Nella corrente entusiasta del suo ultimo visto nelle sale, quando abbiamo visto all'orizzonte un film di Luc Besson, con Elena abbiamo azzardato ancora. "Anna", del 2019, è uno spy movie girato in maniera rockeggiante. "Una donna può nasconderne un'altra", recita la tagline, lo slogan dell'affiche. In guerra, è sicuro, ma la protagonista è chiara, chiarissima.

Ruota cadavere!

In TV propongono "Il falò delle vanità" di Brian De Palma, 1990. Non mi tiro indietro, non mi annoierò. Ma sono gli ultimi fuochi di un autore cinquantenne già stanco, con la critica graffiante da immergere in un commedia bizzarra cosparsa di celebrità.

I remember...four friends...

Dopo quasi 8 anni, ecco che Georges Lucas è tornato a trovarci. Arrivato col vespino del canale 27Twentyseven, ha iniziato a rievocare...i  suoi anni '60 di studente californiano. "American graffiti", del 1973, è l'ultima notte brava passata assieme, tra litigi, avventure, risse e riappacificazioni. La frivola innocenza di prima.

Morire per vivere

In televisione "Lo sbarco di Anzio" (t.o. "Anzio") che mi permette d'incontrare per la terza volta Edward Dmytryk e di conoscere il regista abruzzese Duilio Coletti (1906-1999). Pellicola storica del 1968, romanzata con sapienza, nelle interpretazioni trova le armi giuste per combattere.

Licterals

Chiudo il Trieste Film Festival 2024. Edizione memorabile, con Elena calata con serietà nel ruolo di cinefili scalcinati. Che per la penultima visione Cristi Pui si precipitano rievocando il suo cinema ironico e sgomento. Il regista di Bucarest si è presentato fuori-concorso con una pellicola iperautoriale che, nell'elegante affabulazione della sua graffiante critica, pare risentire della sua stessa genesi di lavori assemblati. Ma Puiu è un regista terribilmente capace e sincero ed "MMXX" sta per "dissoluzione".

Western della vita

Saputo che Blake Edwards sarebbe passato da "Iris", mi son precipitato per beccarlo, quasi dieci anni senza vederlo. Tutto westito, unica volta, in abiti eleganti di cowboy maturo. Requiem di una giovinezza e di un'epoca, "Uomini selvaggi" (t.o. "Wild rovers"), del 1971, si avvia con passo lento e parsimonioso verso il tramonto.

Nevrosi Road

Felicemente stanchi, con Elena arrivammo al quinto e ultimo giorno di "Trieste Film Festival". La giornata conclusiva fu aperta da un film della sezione "Fuori sche(r)mi": "Arthur & Diana" scritto, diretto, montato e interpretato da Sara Summa. Francese di genitori italiani, classe 1988, che vive in Germania, al secondo lungometraggio: "produzione apolide" low-budget, intrattiene con ironia, suscitando dolciamare riflessioni su tempo e legami.

Colpe dei colpi

Manca all'appello ancora una suggestiva proiezione, la terza, in sala Chateaux. Con SimoMi tutto può accadere sullo schermo, ma Christopher Nolan ha tenuto la barra sul suo terzo lungometraggio, del 2002. Un'"Insomnia" da senso di colpa, immerso nella nebbia dei propri atti, falsificanti.

Ecce Civitas

Dopo tre anni, come per caso, riprendo contatto con "L'assedio di fuoco" (t.o. "Riding shotgun"). Pellicola del 1954 diretta dall'ungherese, statunitizzato, André De Toth, man mano che avanza assume le sembianze di un western firmato. Far west dei bianchi, con le dinamiche di potere a mettere in moto assalti e duelli. Erigere città.

Genitori cantori

A chiudere il nostro quarto giorno di TriesteFF c'ha pensato Vladimir Perišić, belgradese classe 1976, partecipante al concorso lungometraggi con "Lost Country". Il regista serbo riavvolge la pellicola del proprio tempo per raccontare un'adolescenza balcanizzata, tra rivolte in strada e reazione in casa. Una madre disonesta ricade sui figli. Non fraintendete: l'aria è di faticosa ma accorata assoluzione, per quei minuscoli genitori travolti dalla Storia.

Ricordi spiralidosi

Era febbraio quando, con Elena, ricominciammo dall'inizio la passeggiata con Christopher Nolan. E il suo cinema ossessivo, avanti e indietro nelle sinapsi di uno sbadato cronico. Chi la fa, e se la ricorda, l'aspetti. Con "Memento", del 2020, esercizio di scrittura e montaggio, l'allora trentenne regista londinese sfoggiava i muscoli in palestra.

Violenza violina

Lunedì scorso siamo tornati dai ragazzi dell'ex-Altrove, per la rassegna "JLG Un portrait" dedicata a Jean Luc Godard. Con "Prénom Carmen" balziamo al 1984, direttamente nel "terzo periodo" dell'autore, il cui lavorio tecnico-teorico si mantiene sui binari intrapresi. Naccherando Mérimée, una storia d'amore godardesque.

Autunno differente

Il quarto giorno del Trieste Film Festival proseguì con un altro indelebile ritratto di donna. Anche Etero entra nella schiera delle resistenti. "Blackbird Blackbird Blackberry", diretto dalla georgiana Elene Naveriani, al terzo lungometraggio, è una toccante pellicola romantica. Sull'amore sbocciato in ritardo, col frutto ormai maturo non adatto alle vetrine, ma perfetto per raccontare una storia, al femminile (al maschile).

Trolley

E mo' ve lo tenete
. A tutti i fan di Clint Eastwood regista dico "Ore 15:17 - Attacco al treno" (t.o. "The 15:17 to Paris", 2018) è roba vostra. Una sfilza di pellicole da evitare è il lascito del regista californiano. Assieme alla rappresentazione più ipocrita e meno cosciente degli eroismi (militari). Bambino cresciuto nel cinema, continua a pensare come tra ranger & indiani.

Libertà in fuga

Parlare di cinema bisogna richiede di pronunciare anche le parole Cecil B. DeMille (1881-1959). Il regista "tra i padri fondatori della settima arte" (maccartista e massone), nella sua quarantennale filmografia che buca il muro del sonoro, ha firmato pellicole miliari. "Gli invincibili" (t.o. "Unconquered", 1947), prodotta dallo stesso DeMille, non è tra queste. Avventura coloniale ultraleggera, ma che palesa la mano ormai esperta del Director.

Nipoti di bulli

A Trieste, il quarto giorno di Festival, è proseguito col Concorso Documentari. Al Cinema Ambasciatori per "Motherland" dei registi bielorussi Alexander Mihalkovich, classe 1990, e Hanna Badziaka. Santificata Madre Patria dei Morti Ammazzati regna da millenni usando le stesse parole, per invariate orecchie.