Spie 3.0

All'insegna di Christopher Nolan, rivedendo anche le pellicole già viste, ma ancora da chiarire. Quattordici anni dopo, l'ho capito. "Inception", intendo. E l'ambiziosa opera del regista londinese, dove intrattenimento va a braccetto con riflessione, in cui la rocambolesca azione sullo schermo rimandi agli sconquassi psicologici dei personaggi. Di genere, divertente, riuscito.
Cupo, sempre cupo, "WB" e "Sincopy". Qualcosa di sinistro. La radicalità di un'idea che si insinua. Questa può essere estratta da frugatori di mente. Che vendono quindi l'antivirus per proteggere i propri sogni. In soldoni: innestare l'idea di frammentare l'eredità della Suzuki Hybrid. Cast interstellare. Leonardo Di Caprio nel ruolissimo di innamorato braccato. Marion Cotillard, la moglie che c'è rimasta, stipata in tre piani, fata apposta per questa fiaba dei rimpianti. Michael Caine! Che docente di (co)ingressi nei cervelli. Ellen Page perfetta nel fumetto psicologico. Effetti speciali come se esplodessero, 1h in 5 minuti. Poi corri alla cassaforte perché anche nel sonno, zio fa, tengono lì i segreti. Ansia di essere il sogno di un altro ("Pura creazione"). Nel mentre del mentre. Tanta concentrazione distrae dalle immagini galleggianti nell'assenza di gravità di un intreccio rischioso. Ma il thriller spazio temporale, trip della memoria REM, regge ai colpi e non apre gli occhi.
a(depa) 

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