CAMARAZI

Riprendendo l'ultimo TriesteFF, eravamo al terzo lungometraggio del secondo giorno...Al Politeama Rossetti c'è il Concorso Lungometraggi che prevede la proiezione del film rumeno "Libertate". Il regista Tudor Giurgiu (Cluj, 1972) ha ruotato la m.d.p. attorno a un fatto storico che è specchio dello spirito che soggiace ogni formazione militare. Nel momento del crollo, dimostrarsi dalla parte giusta è vitale: le maschere impugnano le armi le une contro le altre. Una piscina diventa, così, prigione-arena dominata da chi possedeva gli arsenali.
Dicembre 1989. Sibiu (Transilvania). Esercito, polizia e servizi segreti, la "gloriosa" Securitate di Nicolae Ceaușescu, ad un crocevia della sorte. Tre palazzine si guardano in cagnescu (eh lo so), per mostre al popolo il profilo migliore. Spari e accuse incrociate. Verrebbe da sorridere dinanzi alla pietosa pagliacciata. Se sotto il palco non vi fossero affamati, torturati, ammazzati.
Pellicola che risulta un tour de force per regista, collaboratori e interpreti. Il furioso ma lucido montaggio mette in fila i momenti di puro caos di quei giorni. Il lavoro sui dialoghi estenuante. La regia concentrata permette che la "confusione totale" non esondi dallo schermo. Assistervi dà una chiara idea di cosa possa voler dire realizzare un film. Voto: 7.
Film preziosi se, oltre agli studenti nelle scuole, ignari, come riferito dal regista in sala, anche "da noi" si storce il naso dinanzi alla credibilità dei fatti narrati. A vedere fantasiose metafore al posto della nuda realtà. Quale velo ammanta, ancora, le milizie di "sicurezza" d'ogni tempo e Stato?
(depa)

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