De Sprofundis

La mattina seguente, per Elena: "Siamo degli psicopatici". Solo perché dopo un sabato di stadio, united con Simone, guinness e cena e cori individuali, abbiamo deciso di iniziare a proiettare, "e vedere fino alla fine!", "uno dei film più riusciti e accessibili" di John Cassavetes. Non il più criptico, "La sera della prima" (1977), ma nemmeno da iniziare, come Carlo di Cremona tra l'altro, a mezzanotte. Ma qualcosa rimane: due ore e mezza di disperata disperazione, di artista e di donna, in un dramma esistenziale sofisticato, più che riuscito.
Personalmente rincorro le parole, per non perdere il passo con quello che si prefigura un incontro all'ultimo sangue. Arranco. Il taglio caotico verboso di Cassavetes, il tanto rumore del nulla. La donna alle prese con le meschinità nell'aria. E negli occhi di chi la guarda. Non si risparmia nemmeno il ruolo di carnefice, John. Martyr a dare forza a questa estenuante rappresentazione di dolore, con Gena Rowlands in frantumi, sino, sì, alla pazzia. Attrice-maschera-persona, la filologia ci ha spiegato. Senza la tonicità di tutti i muscoli, i gesti goffi, le ultime difese, il knockout. Finirà come Rocky, vincente per sé, ma con un fermo immagine dissolto, in cui vedi Myrthe ma senti "Adrianaaa!". Taaa-da-da-da-da-daaaaa-dadadadaaaaa! (l'avevo scritto. Cottarelli). Autoconsunzione psicologica che le varrà l'Orso d'Argento come migliore attrice a "Berlino" del 1978. Scatenato dal cinefilo milanese (suggeritore, regista, attore...), che spazia da Cassavetes e Mainetti, un tracollo imponente cui tutti abbiamo tenacemente e sorprendentemente assistito (ROOIBOS, Valpolicella ancora lì).
Sfido Elena: "è un film che rivedrei", che devo rivedere (...), che rivedrò (..). Lo consiglia anche "Foglio"...
(depa)

1 commento:

  1. Incredibile. Come riuscimmo a vederlo ad ora così tarda...Ma, soprattutto, ecco un indizio, come ha ce l'ha fatta Myrthe. A portare a termine la sua battaglia, solitaria, bottiglia mortuaria. Cassavetes in questo suo lavoro "crudele e diabolico", di auto-distruzione della Primattrice, che diventa lotta della Donna nel momento di chiedersi "Deve andare per forza così?!".

    Allo scoccare delle 2 ore Myrthe varca in qualche modo quell'"ultimo" sipario. Blaterando, inventando, resistendo; fingendo che sia stato un successo, che andrà tutto bene, tra gli ultimi sibili di serpi.

    Intensissimo, da star male.

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