Heimat & Focolari

In vista della sua uscita di domani nelle sale cinematografiche, qualche riga sull'evento speciale del film di chiusura dell'ultimo TriesteFF. Come mai nelle giornate precedenti, il Politeama Rossetti è gremito. Vuoi per assistere alle premiazioni, vuoi per l'ultimo scandaloso lavoro del londinese, classe 1965, Jonathan Glazer. "La zona di interesse" (2023) colpisce di fino come un macigno, mettendo scena il male più banale. Rigoroso, luminoso, pulito, persino affettuoso. Tutto perfetto. Coi cadaveri dietro il muro.
Produzione anglo-polacca che si è fregiata del "Gran Premio Speciale della Giuria" a Cannes 2023. Grazie alla limpida fotografia del polacco, classe 1981, Łukasz Żal. Alla disturbante interpretazione della quasi star tedesca Sandra Hüller. Per un soggetto ambizioso perché rischioso. Grazie all'idea sottostante.
Le futili questioni quotidiane, sappiamo fin troppo bene, possono intrattenerci, distrarci, sedarci, dinanzi ai nodi capitali di una società ingiusta. Che, al massimo, diventano un rumore di fondo, non tanto differente dal canto degli uccellini. Minuti e ore scorrono nella tranquillità rubata, sequestrata, ammazzata negli altri. Ciò che accadde accanto a quel muro diventa l'ingresso nell'abisso in cui è sprofondata l'umanità. L'agghiacciante episodio delle belle aiuole dirimpetto ai camini dei forni crematori emblema di ciò che accadde su tutto il territorio. Che accade in ogni casa.
Zona d'interesse, spazio vitale...sfera d'influenza...l'omicida narrazione e perpetuazione del guerreggiare militare...I morti ucraini sopra quelli russi sopra quelli palestinesi, accatastati sopra gli ebrei dei campi di sterminio, sulle recenti montagne di morti africani e sudamericani in nome della "transazione ecologica", ricordano che Stati e Nazioni troveranno sempre parole giuste pei propri "popoli". Pertanto, oltre che efficace visivamente, intenso e sfiancante, il film di Glazer è importante documento storico.
Consigliato, ma andateci freschi. Per non perdervi la fulminante post-fazione: la museificazione di tragedie monumentali non arresta l'indifferenza dinanzi ai massacri in nome della divisione in classi. Anzi.
Voto: 7 e 1/2 (ma non era in concorso! Evabbeeè).
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento