Con la consueta furia cinefila, con Elena nello studio Negri a dissotterrare le pellicole di Agnieszka Holland, che all'ultimo TriesteFF ha colpito il pubblico dritto in. Nel 1979, la regista collaboratrice di Wajda si cimentò dietro la m.d.p., già pronta: "Attori di provincia" è rigoroso, e sconsolato, affresco d'artisti. Donne e uomini orgogliosi e stanchi delle proprie rappresentazioni.
All'indietro di oltre quarant'anni, troviamo la coralità che l'autrice dispiega nel suo cinema. Slawomir sarà il regista dello spettacolo innovativo! A Lodz! Essere il Konrad di "Liberazione"! Attori, con le loro paturnie, "orsi che ballano sui sassi ardenti". "Essere donna a teatro (XIX° secolo!)!". Heidegger e la schizofrenia. La coppia ne risente. Krzysztof è corroso dall'ambizione, la sua compagna Anka ne fugge. Musiche guardinghe, presenti. Incontri casuali dal passato, per rifletter(si) (altri sono andati di "veleno e pugnale". A fine stagione, la parola "concetto" è una lama affilata. Che taglia...Patria! Famiglia! "Grumo provinciale" che travolge, con qualche sorriso stemperatore. La sera della prima, sempre lei! Vodka! Transfert pericolosi. Mollare tutto, via dalla città!
Il nuovo cinema polacco, nella versione intimista e meno, esplicitamente, politica (certo, "libertà" irrappresentabile nella "situazione politica polacca di quegli anni").
Non certo un film che Elena rivedrebbe, ma dissento.
Il nuovo cinema polacco, nella versione intimista e meno, esplicitamente, politica (certo, "libertà" irrappresentabile nella "situazione politica polacca di quegli anni").
Non certo un film che Elena rivedrebbe, ma dissento.
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento