Pietosamente

Tra "I 17 DVD" vi era anche la consueta proposta radical-chic dell'"Internazionale". Del 2004, "Le passeggiate al Campo di Marte", di Robert Guédiguian, racconta un momento dell'autore marsigliese che non conoscevo. Sorprendentemente avviluppato sulla figura dell'Ex-Presidente Mitterand, tanto da commuovere persino una "ex-militante" nell'Extra, punta tutto sull'ottimo protagonista. A meno cheee...?
Michel Bouquet (1925-2022) & Jalil Lespert (1976). "Rosari di giovani" di Luigi Perin...Ricordi di Vichy...crepe ideologiche tapullate...Se la globalizzazione ci privasse solamente dei Mitterand e dei De Gaulle, sarebbe una festa. Vecchio presidente, François Mitterand (1916-1996), che si difende dalle accuse di antisemitismo ("Cristo e la vergine erano ebrei"). "Annoti tutto e dica a tutti che non sono il diavolo!". Le tardive illuminazioni in odor di pentimento. "Socialista", fa sorridere sì ("e io sono visconte"). Difatti anche per lui è "il colmo" votare per un socialista. I rimpianti dei padri (e quelli francesi ne hanno parecchi) colano sui figli. Le parole forti di M. Duras. "Sinistra col caviale" che impazzisce. "Senza illusioni", dopo cinquant'anni di politica...(avrebbe potuto restar lucido subito?). Due sofferenti: al protagonista viene da piangere. Ex-presidente, si autodefinisce "anti-conformista", come se bastasse una targa (postuma), si ritiene un "traditore della borghesia". Frasi di retoriche sbagliate (che ci hanno condotto dove siamo). "potere del denaro, denaro che uccide, corrompe la coscienza degli uomini", etc, etc. il noto teatrino. Scapolo ostinato come Bousquet (?). Presunzione dello scrittore non placata ("Stava morendo e pensavo solo a me", ?!). Ottime interpretazioni, ma perché?
"Stilizzazione, teatralizzazione, una fiction, un'allegoria", spiega un G. sulla difensiva nella conferenza stampa giustamente stupita. "In questo senso la scelta di Bouquet si è rivelata davvero perfetta per la riuscita del film" ("teatro in film")..."Infatti nessuna voce si è alzata dai familiari" (appunto, diciamo tutti); quindi Bosnia, Algeria, Ruanda....
Credo che la comprensibile difficoltà degli intellettuali francesi di "elaborare il tutto" post-sessantottesco non debba passare da filosofiche e micragnose revisioni. Prima, con e dopo Mitterand, la lotta di classe degli oppressi e sfruttati non deve delegare alcuna speranza nelle rappresentanze governative. Prima, durante e dopo il Sessantotto, chi sta su quegli scranni si muove "come chi deve": a difesa degli interessi economici maggiori. Proprio come diligentemente ha fatto, ammantato di coccodrilli straziati, il nostro cinico bacucco transalpino. Con buona pace di Guédiguian (putain!).
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento