Arca dei padri

Con l'ormai consueto ritardo, ma nuovi pungiglioni milanesi, è giusto mantenere. Promessa e ritmo. Ottenuti alla grande "Povere creature!" (t.o. "Poor things", 2023), l'ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos. Fiaba di (ri)formazione della donna alle (ri)prese coi miserrimi capricci d'omuncoli. Sulla scia del percorso cinematografico del regista ateniese. Allegoria è femminile, mentre cazzo non si eleva.
DA Londra sospesa tra il tempo e lo spazio, un Frankenstein naturalista, scienziato animalista, obbrobri della fantasia, ha riesumato una splendida ritardata (oggi vanno in Via del Transumanesimo). Bella è un esperimento. Issato per le braccia (lo facciamo, tutti i giorni). Bella è risorta e ha riscoperto piacere e costumi sociali. Tra ragazzi selvaggi e adulti Kaspar Hauser, il visionario autore greco trova nel romanzo del 1992 dello scozzese Alasdair Gray (1934-2019), il terreno adatto alla sua affilata arte. Bella è "promessa" (niente "avventura interessante"). Ma dov'è infine sto patriarcato? Eccolo. "Free will", libero arbitrio, ormai un'attrazione d'acquario morto. Disvalori senza epoca, che offrono stuzzicanti contrasti (bella vista e vomito) o emozionanti danze-conflitto. Le crociere, in effetti, sono troppe, sono trappole.
Solo perché è Bella. Per la scienza, Bella prova e decide...Ma a Lisbona c'è "La nave"...coi maschietti "occupati a perdere pesantemente". Non c'è limite alla cresta del gallo. Poi in Africa, ad "Alessandria", con l'orizzonte percepito nell'abisso ("del senso del possesso"). Chi non è "empirico" esplode in corsa gridata, per lo shock di cosa siamo. A "Parigi" tra architetture daliane, occhielli e spioncini, l'ingenuità sarà una colpa. Ritorno nella City, speranzosi nei "cocks inside". Dopotutto, umani migliorabili!
L'opera di ribaltamento dei calzini maschili avviene non su piani agevoli, ma su quelli scabrosi di un cinema che colpisce nei modi inattesi di "Lanthimos a Hollywood", col budget di 35$ milioni ad ampliare gli angusti spazi borghesi ancora seghettati da denti canini. Perciò non condivido le critiche sulla retoricità di questa pellicola, addirittura spolverando Burton e le sue dark story che, sì, nuotavano controcorrente, ma sempre, per sua stessa formazione, all'interno delle dolci acque disneyane.
(depa)

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