Uomo Limite

Non ho resistito all'idea di sgrassare, al photo-finish annuale, un po' della filmografia di Christopher Nolan. Il TV propone il tour de force della trilogia dedicata all'eroe pipistrello della DC Comics, quindi avanti con "Il cavaliere oscuro". Le stesse impressioni di quando, con Elena, lo vedemmo all'uscita nelle sale, nel 2008. Sfavillante e profondo; nella splendida cornice dark, i crucci amletici di un buono cattivo.
Stavolta il cupo stemma "WB" è tinto di blu. Una "Gotham" che pare meno futuristica, per un effetto ancora più coinvolgente. "Quello che non ti uccide, ti rende più...strano!". Una Rachel ben più apprezzabile, quella di Maggie Gyllenhaal, accompagnerà Batman nella misurazione dei propri limiti (anche Natasha è affidabile). "O muori da eroe, o vivi abbastanza a lungo da diventare cattivo". Con una tuta fiammante, con un pizzico di Beigua dentro, per altre acrobazie in sicurezza. Un passo avanti, rispetto agli inizi, scavata la loro origine, Nolan si butta nei dubbi del supereroe sul fare contingente. Di fronte a lui l'"Aggressività ed espansione" di un Joker intraprendente, senza casco, né scudo, "un cane che insegue le macchine" ("non un opportunista"), senz'altri istinti che un caos purificatore. La formidabile maschera del fragile australiano Heath Ledger (1979-2008) è pura follia, scatenata su Gotham City dalle buone azioni dell'eroe, secondo i dialoghi filosofici di questo fumetto in celluloide. Note sferzanti attorno alla m.d.p. sguisciante tre multiformi retoriche. "E nella loro disperazione si affideranno ad un uomo che non hanno capito appieno". Ma, anche capendolo...
(depa)

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