Ultimo botto. Mentre sul piccolo schermo impazza "Sissy", mi imbatto in Romy Schneider trentacinquenne, splendida e ferita, diretta da un regista poco noto ma che, in "Noi due senza domani" (t.o. "Le train", 1973), mostrò ottime capacità e sensibilità: il parigino Pierre Granier-Deferre (1927-2007) sfruttò a pieno la superba coppia di protagonisti, immergendoli nell'ancor vivo dolore dell'occupazione tedesca.
Dal romanzo omonimo di George Simenon, a 41 Km da Sedan...dove la produzione franco-italiana rappresenterà lo sconquasso di una crisi capitalistica. Guerra, l'invasione nazista è cominciata. Intriganti passaggi da filmati storici di repertorio che coloriscono sulle immagini filmiche. La fotografia di Walter Wottitz abbraccia il tragico esodo. Jean-Louis Trintignant e Romy Schneider, coi loro turbamenti. Galeotto fu il vagone di galeotti approntato da una guerra galeotta (che può far imbattere in "qualcosa" come l'ebrea tedesca Anna Küpfer). Denso di dettagli appartati (il soldato scrivente nello scompartimento fermo). L'angoscia , lo scorrere di immagini di morte, i sorrisi improvvisi di Schneider. Drammatico sentimentale, con le passioni sotto bombardamento, mutandine giù e cinture slacciate, in un carro affollato, come ultimi assalti vitali. Voglia di esistere in mezzo al vuoto. Il riso sul volto di stolti e pazzi può essere fatale. Nell'idillica La Rochelle il viaggio si ferma. Illudendosi di riavvolgere un nastro che non c'è più, il passato tornerà; perché nulla, in verità, è stato cambiato.
(depa)
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