Più di un anno che non vedevamo Werner Herzog. Grazie ai DVD apocrifi della Santissima Brigida, abbiamo scoperto che anche il regista di "storie di uomini alla mercé delle forze della natura; quindi sull'arroganza dell''uomo" non è rimasto immune dagli affabulanti eroismi bellici. Prigionia e fuga in "Rescue dawn", del 2006, con l'assurdo della guerra, e il suo portato di morte, che prova a truccarsi, ma alla grande, coi segni della lotta per la vita.
"Nel 1965 si pensava che dal Vietnam il conflitto si allargasse, prova ne fu il bombardamento USA su obiettivi segreti nel Laos". Già mi gira le testa per entrare in quella del tedesco. "Top Gun production", non ci credo. Con Christian Bale, "Ispirato alla vita di Dieter Dengler".
"Una notte a Saigon", discorsi da soldati. Herzog si muove con inattesa agilità nella giungla. Altro che "squadra di soccorso". Quale odio genera la guerra. Le resistenze rispondono a cuor serrato. Già da un po' di tempo in missione da quelle parti...Con un andamento suo la pellicola avanza. Questi piloti sognatori...quanti vi sono precipitati. "Forse, magari, catapultati tra i bombardati...", un'ipotesi del teorema herzogiano. Ma la tesi salterà.
Prigionia di nervi, dove aguzzini e reclusi danzano macabramente. Il momento in cui muoversi. Le musiche incombono a sproposito. Jim è pazzo (ovvio che il fratello si sia incazzato). Guerra, avventure. Sanguisughe rigorose sullo schermo di Herzog, millepiedi pelosi, in un ottimo bellico, col CIAO alla CIA, va bene, e che ci ha intrattenuto con ottime immagini. Ma è inspiegabile la scena finale, degna del più raccapricciante ibrido Spielberg-Howard.
(depa)
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