"Stupendamente vano"

Appena finito di vedere un'altra proposta dal Frd. Interessante questa tangente che taglia le filmografie, con l'obiettivo puntato sulla società. Dopo nove anni, torna al 'Rofum Ralph Nelson. Nell'anno 1968, poco prima del suo più celebre, il regista newyorkese era già sul campo, con frecce scagliate contro la "Scienza moderna: aggressiva tecnologia, coscienza meccanizzata": "I due mondi di Charlie" (t.o. "Charlie").
"M.G.M." con Cliff Robertson, che è Charlie, dolce ritardato alle prese con la cattiveria dei piccoli, la prepotenza dei grandi. Nella fotografia di Arthur Ornitz, dal racconto di Daniel Keyes ("I fiori di Algernon", 1959), l'eterna dimensione ludica di questo viaggio estraniante. Tra i sapienti, la più scarsa comprensione. Al più, analisi e sperimentazione. Oggi chiamano bullismo, già psichiatrizzando, la cara e vecchia angheria. "Ritardati mentali". Il bieco bigottismo, con l'ebbrezza scientista, delineano la scenografia. Carenza d'affetto...anche non rompergli le palle aiuterebbe. Essere "il pezzo forte", il "credito" di qualcun altro ("membro più produttivo della società"). "Il cammino della libertà" passa per il ridere di un ebete.
A metà, la guarigione. A due terzi, la perdizione sesso-droga-rock'n'roll (l'unico momento debole, didascalicamente piatto). Quindi l'amore (questi hollywoodiani...), coi momenti tra le foglie blu di Nelson. Asportazione, enzimi, proteine.
"Riconoscenza", la prima sincera risposta. Poi parte l'attacco. "Politica estera? Ancora nuove armi", "Istruzione? TV in ogni camera". "Futuro? Certo nuovi odi, nuove bombe, nuove guerre". Il finale non può che essere amaro quanto realistico. Braccato, fuori e dentro.
Il rischio dello sterile "funziona, ma a che prezzo?" c'è (si ringraziano istituti privati e governativi di mezza East Coast) [il debito è già in sprofondo rosso], ma, insomma, ci investirono capitali...
Congratulazioni alla londinese Claire Bloom, classe 1931 ancora in pista.
(depa)

1 commento:

  1. "La prossima generazione?" "Concepimento in vitro, nascite in laboratorio, istruzione televisiva. Certo nuovi sogni, certo nuovi odi, certo nuove guerre. Un processo stupendamente vano di suicidio collettivo".

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