Vediamo cosa riserva ancora il cilindro di Frd. Sfondo giuridico, quindi (a)sociale. "Il mistero di von Bülow" (t.o. "Reversal of fortune"), del 1990, oltre della complessità del reale e della miopia di codici e canoni, testimonia di un regista, lo svizzero classe 1941 Barbet Schroeder, attento a costruzione e rappresentazione, qui fredda quanto un processo.
Con Jeremy Irons (da Oscar) e Glenn Close. Mark Isham alle musiche e Luciano Tovoli alla fotografia (Oliver Stone tra i producer). Riprese aeree su chi ne ha (c'è la Sciorba), l'ambiente determina l'uomo. Malattia. Flashback. 1979. Il suo corpo. "Coma irreversibile: vegetale". Insulina. Movente? Solo un milione (altri quattordici in palio). Quindi si tratta di come l'assassino ha rovesciato la fortuna (condanna). O no?
Altri due neri alla sedia elettrica, cliniche psichiatriche, perizie? Da smantellare. Un po' di retorica giudiziaria ("giusto processo", che non esiste). Ma tutto più complesso, o meno (basta un matrimonio). Solitudini muliebri e il dolore che si manifesta in modi differenti.
Due lezioni: 1- Mai con una von. 2- Solo a certe latitudini. Legge e morale ben distinte, il guaio serio è quando si uniscono.
(depa)
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