Mercoledì scorso, nell'ormai solo mitico "30 Giugno" genovese, s'è svolta un'altra piccola lotta. L'"Assurdo Cinema Angelo Ballostro" ha riportato il cinema in strada (piazzetta della Stampa"), assieme ai contenuti: la rassegna "Palestinese" focalizza sull'inumana situazione dei palestinesi e della complicità di tutti gli Stati squalo. Incominciata col corto "The Present" (2020), della londinese di origini palestinesi, classe 1978, Farah Nabuls, e proseguita con "Valzer con Bashir" (2008) di Ari Folman, israeliano del 1962, la prima serata ci ha raccontato dell'assurdo e del brutale che sta dietro ai conflitti bellici, tutti.
Prima il cortometraggio che, inevitabilmente, forse, pecca del didascalismo dei corti imperfetti e che mostra la kafkiana-armata situazione di ogni frontiera, check-point, hot-spot e altri strumenti di potere, in tutto il suo illogico realismo. Orologerie quotidiane che è bene gustarsi dai nostri (sempre meno) simpatici quartieri occidentali.
Scrivendo del film d'animazione israeliano, ricordo quanto girò tra le bocche dei filmofagi, colla sua "grafica" semplice quanto accattivante, "stilosa" rimerebbe un rapper, colla sua compassata atmosfera da elaborazione del lutto, rimozione del senso di colpa immersa nella crepuscolare luce di razzi ed eccidi (Sabra e Shatila, settembre 1982). Le immagini entrano nella ferita.
Danielino, col suo tocco scarno, punta il dito contro un'ambiguità, a ben vedere da mostrare, poiché strumento basilare dei sistemi di controllo: la diagnosi psichiatrica che narra di un'attenuante pronta all'uso (medico, giuridico, sociale...), l'alibi del non ricordare.
Mercoledì eravamo in piazzetta anche per spingere in direzione contraria (ostinatamente, claro). Cinema per strada, a gratis, quindi, in solidarietà attiva verso chi subisce gli scempi del sistema capitalistico e verso chi, denunciandoli e attaccandoli, ne paga l'immancabile e feroce repressione governativa.
Chi vuole, stasera secondo appuntamento.
(depa)
Visto "Valzer con Bashir", film decisamente rivoluzuonario, data l'ignoranza e l'omerta' assoluta in cui gli istraeliani sono ancora costretti a vivere. L'artista puo' spezzare le catene e mostrare la realta' dei fatti e l'assurdita' di questa guerra, anzi, come hai detto te Depa, di tutte le guerre! A proposito, riassumendo, film decisamente stiloso con stile e in direzione ostinata e contraria! ;)
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