Macho piccolo

Punito. Tun. Faccio lo spavaldo, le vedo tutte. Pure le avventure. Poi me ne capita una come "Viva Gringo", classe 1965, vai a immaginare chissà che?, e invece te la meni con una compagnia stonata, tedeschi spagnoli e italiani (pure il coro bulgaro!), non se ne fa nulla. La conclusione registica del viennese Georg Marischka, 1922-1999, va in bianco. T.o. "L'eredità degli Incas", già dimenticato dagli stessi traduttori.
Da un romanzo del tedesco Karl May (1842-1912), un'avventura a Machu Pichu, con Fernando Rey. "Guy Madison in" caratteri saloon ma nein western in questo "Eastman Color" sovraccarico di toni. Yotani è ostile all'uomo bianco (chissà perché). Stragi di avi dimenticate, il nuovo redentore è "giusto". Singolare per la quantità di carne essiccata e messa al fuoco. Quando, senza accorgermene, ho fatto la conoscenza di Gringo, mi gira la testa, tra messia, amori e giaguari. Stato musicale confusionale, i personaggi si accatastano. Uno speleologo, un bandito, un torero, uno sciamano, un avventuriero e tanti altri (l'idiota). Coro stridente, nei faticosi dialoghi di un film sbagliato, tremendo. Vedere la scena della fatidica riunione dei due velli. Coccodrilli di plastica semoventi, madò. A modo suo, davvero singolare, ripeto. Riesce a peggiorare di scena in scena: dall'olimpo peruviano, un precipitando che imbarazza. Uno dei film peggiori che abbia visto (beh ottimo!).
(depa) 

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