Idiot W. Center

"Uncut Gems". "Scrittura" era il tema. E, dannazione, il film dei fratelli Joshua e Benjamin Safdie, "Diamanti grezzi" (2019), può esserne un capitolo. Dal panorama indipendente americano, i newyorkesi Josh e Benny, trentacinque e trentasette anni, in spigliata tensione, lungo il decline and fall d'un gioielliere ebreo: arcaico d'ogni civiltà a propulsione commerciale.
"Miniera di Wela, Etiopia, 2010". Titoli di testa materici, lo spazio di un momento (battito). Memento quando consumi. "New York 2012". Attorno alla grande prova di Adam Sandler, la Vanity Fair, ancora, figurarsi nel centro dell'idiozia!, vacuo XIX° stretto tra incognite senza valore. La società dello Spettacolo ha fatto i suoi danni: sfacelo sociale cui non pensare stordito nell'overlapping delle incomunicazioni. Kevin Garnett vuole l'opale nero multicolore: si può salpare. La sua allucinazione e quella di Howard/Sandler fuse, colate nel delirio di grattacieli e rolex. Quindi la nostra (nostro della nostra direbbe Jacques).
Elegante chiusura, ab-ba, minerale-carne-minerale, come a dire "non siamo nichel, saremo cenere". Dopo le lezioni seguite, tra cui quelle di Mendes, l'hypnagogic pop (eh?!) degli Oneothrix Point Never (chi??) mette al sicuro, cioè ansia. Bildung sprofondo. Il crescendo è allestito, pizzico di scherzo (l'ossessiva superstizione del cestista milionario), escamotage azzeccati, la dinamo è quasi autonoma in questo deprofundis sintetico. L'elettronico di mezzo, sempre qualcosa da pigiare. Umiliato tra umiliati (col mitico cercamoglie!), una vicenda mica male, impreziosita in coda da Gigi "Dag" con l'olè in sala Valéry.
"Pagherei per scrivere un film così". Ci può stare, senza febbri.
(depa)

2 commenti:

  1. capisco e non capisco; quindi adam sandler>robert de niro?

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  2. Difficile anche solo rispondere (?).
    Ne vien fuori una disequazione cinematografica di 4 grado.

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