E brav' Vlisse

Chiudete i cinema, lo trovo da me. Come oggi pomeriggio, in cui ho aperto la Sala Valéry a Mario Camerini. Il regista romano, nel 1954, convocò alcuni "mostri" della sua arte, per un peplum dedicato ad "Ulisse". Il racconto di tremila anni fa continua ad affascinare, lungo le tappe della Ubris e dell'Umiltà, sino al riabbraccio dei pochi cari. Le fantasie omeriche narrate con sapienza dal prolifico cineasta.
"Lux Film" presenta "Silvana Mangano con Kirk Douglas". Tra i tanti, anche Anthony Quinn. La celebre "storia di dei ed eroi mitici", nella riscrittura originale di sette autori e nella cura dei costumi e della scenografia, con luci ed ombre a sublimare i momenti. Penelope si tormenta per l'assenza dell'amato, quel tracotante Ulisse dai troppi sfregi al Dio del Mare. Per lui solo fugaci visioni di Troia, del tempio di Nettuno, della maledizione di Cassandra, del naufragio, delle sirene col loro subdolo coro di affetti lontani, quindi Polifemo beone (gnam, "che duri questi greci") e Circe la maga Mangano, sino agli occhi di Nausicaa.
Indimenticabili sguardi verso Itaca grossetana, prima del ritorno (ahah: Ulisse mendico nell'ombra, quasi toglie il disturbo, dinanzi alla cara cornuta), della vendetta, del ricongiungimento, dopo "una strada intrisa di sangue". Più che godibile, i grandi artigiani della Settima, a loro volta, chiamarono a sé milioni di naufraghi cinefili.
(depa)

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