Bikini amari

Un mese fa circa è stato ancora Federico Fellini, col suo esordio. "Luci del varietà" (1950), però, è anche, e forse più, Alberto Lattuada. Co-regia, quindi, con strascichi d'autenticazione. Preferisco godermeli entrambi, succhiando la concreta vivacità del milanese, come l'agrodolce fantasia del riminese.
"Tutti a Bikini!". Che inizio, vibra il cuore, sulla socialità popolare scomparsa. "Oh mamma mamma mamma...sai perché mi batte il corazon?" ("ho visto la Sampdoria..."). Peppino De Filippo ci metta la faccia. Le sue lancette corrono sulle cavalline di altri. La Liliana della partenopea Carla Del Poggio (1925-2010), fa incetta di ammiratori, mentre Melina e le altre, Giulietta Masina, Giovanna Ralli e una certa Sofia Lazzaro (Loren), dovranno attendere per la scena.
Grandi interpreti, per grandi autori. Le Notti di Checco Dalmonte tra maschere formidabili della commedia italiana: Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Dante Maggio, Folco Lulli, Carlo Romano, Giulio Calì. Il signor E, padrone di casa in lacrime per un frac!
Le vie della città vecchia sono percorse, i sentieri di borgata "camminati". Le insegne luminose son lanterne mendaci. Melina & Liliana le seguono con sguardi diversi. Pensando a Fellini, il ritmo verrà perfezionato, come la poetica, qui immersa nei "bassi" di Lattuada. Roma, le sue strade, le sue notti, artisti e pazzi! ("Basta vagabondi!"). L'americano di colore, gaudente, refuso di guerra, o l'ungherese pistolero. Decrescendo amaro, più Lattuada che Fellini, non resta che riprovare...un'altra rinvigorente sbandata.
(depa)

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