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Nella sezione "Giornate degli autori" del festival di Venezia di quest'anno, figurava anche un film israeliano che colpisce l'alternanza di ironia e dramma, la sapiente mescolanza di grandi domande e piccoli sorrisi: "The farewell party" ha vinto facilmente il premio del pubblico, a mio avviso, proprio per la capacità di divertire chiunque (sin dalla primissima sequenza), tipica di certo cinema israeliano, pur aggirandosi, con buon tocco, tra vecchiaia, malattia, sofferenza e morte. Regia a quattro mani di Tal Granit e Sharon Maymon.
Probabilmente uscirà in molte sale, c'è da aspettarselo, viste anche le reazioni in sala. Questa pellicola, se da una parte gioca facile, organizzando a tavolino quadretti con luoghi e personaggi atti a suggestionare l'emozione di turno, ora una risata, ora un groppo in gola. La morte è una brutta bestia, certamente, e l'eutanasia...ognuno ha la sua idea. Questo film, senza preoccuparsi di arrischiare proprie conclusioni, ne mette un po' sul fuoco. E che ognuno si serva. Nonostante la leggerezza e la confezione un po' troppo patinata bianco-clinica-corsia (la fotografia, quindi, ha un suo carattere), il racconto è avvincente, intenerisce e diverte, ben girato e altrettanto bene interpretato da tutti gli attori. Piacerà alla mamma, al papà e alla figlia...che meraviglia!
Voto: 6 e 1/2.
(depa)

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