Come un cazzo di fottutissimo ninja!

Sapete quando un collega vi sente parlare di "cinema" e allora vi viene consigliato un gran film, magari "non bellissimo, non è che...però carino" e tanto va la gatta al lardo che vi viene promesso in chiavetta, giungendo prontamente il giorno seguente e obbligandovi ad una serie piuttosto lunghetta di occhiate indagatrici quotidiane? E avete presente quando, quello sfortunato film, è qualcosa del genere demenziale tipicamente U.S.A.? Bene, ci siete andati vicinissimo perché, dopo 2 mesi, ho trovato tempo e coraggio per vedere "Tenacious D e il destino del rock" (2006), ma, tutto sommato, non è poi così malaccio...
Diretto dal poliedrico artista statunitense Liam Lynch, classe 1970, questa pellicola più che spiritosa, svalvolata, ma con un proprio senso (il monologo di Satana, in persona, è uno dei più alti picchi tra religione e cinema, secondo me), riesce a divertire ed intrattenere anche una sala Uander un po' snob, come la nostra. Storia semplice ma fantasiosa, tutta dedicata al mondo della musica (rock uber alles ma anche altri limitrofi), ha dalla sua anche attori che sulla propria verve comica camperanno per anni (Ben Stiller, Jack Black...), ma non solo: ha il fascino della favola avverata, del "based on true story", pur con tutte le dovute proporzioni e considerazioni. Questi "Tenacious D", come tanti boys post bellici, dovevano aver amato davvero follemente quell'ondata nuova di note ed energie esplosive (il concerto "da sogno" è devastante; poi c'è il viaggio psichedelico, c'est vraiment un gourmet). Il film rende bene l'idea, alternando demenza pura (anche se, sulla scivolata nel museo, li avrei fermati qualche metro prima della porta...) e qualche riflessione sibilata a migliaia di decibel; date un occhio. Spesso i colleghi si sbagliano.
(depa)

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