Altra rassegna da seguire, al "Circolino" sopra lo "Zelig". Sir Alfred Hitchcock dimostrò, sin da questo suo "Il pensionante", muto del 1926, quanto sapesse manipolare la materia suspense, sfruttando il mezzo cinematografico a 360°, spingendosi lungo sperimentazioni tecniche che gli permetteranno di segnare la Settima Arte come pochi altri.
A detta dello stesso regista, il suo "primo film", in cui poté sbizzarrirsi coi meccanismi dell'aspettativa, dell'apparenza, dell'illusione, utili a tenere lo spettatore sulla corda per poi buttarlo giù, spiazzandolo e conquistandone lo stupore. La trama lineare, da giallo classico (i triangoli segnati sulla mappa di Londra la dicono lunga su quanto quel tipo di dettaglio fosse trascurabile; come pure -"Ma la vittima era mia sorella!", -"Lo direte al giudice!"!?), quindi, permise il regista londinese di concentrarsi sugli espedienti tecnici, sulle ingegnose trovate che, appunto, permettessero di presentarsi al pubblico come "incredibili". Quindi ecco dei riccioli d'oro di particolare intensità, o dei passi irrequieti inquadrati da sotto...il pavimento (da non perdere l'inquadratura di Daisy mentre abbraccia il suo fidanzatino, tenendo lo sguardo sul lampadario). Desideroso di superare i limiti del cinema muto, lui che si formò professionalmente tra didascalie e scuola espressionista tedesca, assimilando profondamente la forza nascosta nel non detto, della parola silenziosa urlata dall'immagine, chiamò a supporto illustrazioni, illuminazioni e scenografie per montare la thrilling panna (assieme il "non inquadrato" e ai moti più intimi dei protagonisti).
I temi sono quelli ben noti dell'autore: delitto; uomo braccato dalla giustizia (colpevole o innocente); una certa angoscia vero tutto ciò che avvolge il crimine, compresi i tutori della legge, precarietà dell'uomo succube del caso. In questa pellicola anni '20 del maestro del brivido troverete tutto, compresi il suo cinismo (verso chi coi morti ci campa, la stampa, per esempio) e la sua capacità unica di rendere caratteri e turbamenti (l'ingresso del pensionante). Sequenza finale, del linciaggio, di grand'effetto drammatico.
Quindi ieri abbiamo imparato: Alfred l'ha sempre saputo fare...
(depa)
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