L'ultimo film che vidi, in senso cronologico, alla rassegna veneziana-milanese di quest'anno (ma da Locarno), è stato quello che diverrà un classico filmone di gran successo al botteghino, imperniato sui buoni sentimenti quasi disneyani, con un cast che possa far gola a tutti i tipi di pubblico, per etnia e classe sociale. "Amore, cucina e curry" (originale "The hundred-foot journey"), diretto dallo svedese Lasse Hallström, è un fantasmagorico film tra H. e Bollywood, tra nouvelle cuisine e pollo tandoori.
Roba per alcuni palati, comunque. Se vi piace giocare facile e basso (alta digeribilità soggettiva), senza esagerare con la posta cerebrale in palio, beh allora prenotate subito un bel posto comodo nella più lontana multisala. Vi divertirete e la vostra partita porterà a casa tante monetine luccicanti, ma di alcun valore fuori dal luna park allestito dagli autori di questa favoletta dal buon ritmo e dai suggestivi paesaggi. Non esente da sbavature, qua e là, nemmeno in grado di rimanere compatto sino alla fine, ma chi se ne frega?, questa pellicola fast-look dipingere i perfetti personaggi (interpretati da gran bei volti accattivanti e, comunque, capaci) di cui necessita una classica storia d'amore e di sfida, c'è una sorta di "Crudelia", c'è il principe povero, sognatore e tenace, tanti cattivi là fuori, ma tanto amore sparso; con lieto fine multiplo da sorrisi (lacrime per i più devoti) in rapida successione. Il tutto ricamato piuttosto bene dal regista. Alla fine tutti più bravi, a far cinema non so, sicuramente ad apprezzare la buona cucina (la Ele si mangia le dita),
Voto: 5,5.
(depa)
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