Nel mio primo tempo del "Trieste Film Festival 2014", il mio quinto gol m'è venuto un po' meglio, ma ancora di scarsa fattura. Il croato "I figli del sacerdote" (in italiano "Scherzi da prete"), diretto da Vinko Brešana, classe 1964 di Zagabria (al suo quinto lungometraggio, mi par di aver capito), è un film che gioca leggero, divertendo e suggerendo qualche pensiero oltraggioso quanto ovvio.
Di questa pellicola rimangono negli occhi soprattutto le bellezze naturali dell'isola della Dalmazia che fa da scenario a questa buffa e stravagante storia. Il tenore, smaccatamente comico, sulle prime mi ha disorientato, quasi irritato, riuscendo però a proseguire tenace e convincente, incalzando, chiedendo di partecipare col sorriso in bocca e la mente soffice. Perché i colpi si ripetono, tanto vale non incagliarsi. Poi, come scritto, per chi ne ha voglia eh, una mini gamma di riflessioni sull'eterna ipocrisia che attanaglia la comunità religiosa. Il messaggio finale è che, qualunque zampino, dall'alto o dal basso, scombussola l'equilibrio naturale delle cose; quindi vada al diavolo quello clericale. O almeno credo.
In concorso nella sezione "Sorprese di genere". Voto: 3.
(depa)
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