Allo Spazio Oberdan, in questi giorni stanno presentando una retrospettiva dedicata al fresco vincitore dell'ultimo Festival di Cannes, il tunisino Abdellatif Kechiche, già apprezzato in due occasioni sul Cinerofum. E prosegue, con piacere, la mia strada sulle immagini di questo regista cui non manca un taglio proprio, fatto di semplicità ed intensità. Ecco le impressioni sul suo film d'esordio, del 2000, "Tutta colpa di Voltaire".
Kechiche ci racconta un frammento di vita clandestina, preoccupandosi di tenere il fuoco stretto sul protagonista e su coloro che lo circondano, senza aprire lo sguardo sulle cause profonde che incanalano le loro esistenze. Il che non impedisce, certo, di intuirle (anzi, se si giunge a rifletterci, lo si farà con maggior partecipazione), ma obbliga ad un percorso altro che stura qualche sinapsi ormai avviata verso lo spegnimento. Metterci nei panni di un individuo che l'urna del caso ha voluto nativo in terra più sfortunata, è esercizio base per chi non vuole far di sé un mero occupante di qualche centimetro quadrato. Il regista, ad esempio, senza mostrare episodi, tiene il pubblico in costante tensione, tramite un cinema degli spaventi, uguale alle giornate di chi è obbligato a districarsi tra regole più assurde man mano che s'avanza. Da qui ai volti dei protagonisti, su cui quella paura sbaraglia di continuo, tra un sorriso che da forza e un abbraccia che protegge. In conclusione, le note che suona il regista tunisino forniscono un'ottima compagnia, che fa bene in più sensi, mediante uno stile cinematografico che non esagera nei mezzi e nelle metriche, esaltando, però, le emozioni. Come scritto, nessuna tragedia finale, bensì i toni medi, bassi ed alti che la maggior parte del pianeta deve affrontare, ogni disperato splendido giorno. Kechiche è un cantautore pop vecchia maniera (no iTunes); che poi, una commedia, al giorno d'oggi, non può che avere implicite sfumature di grigio (non quelle...).
Doverose parole, a parte, per l'interpretazione della dolce ninfomane Élodie "Lucie" Bouchez (francese, classe 1973), bravissima. Anche se è la provocante Nassera che ha argomenti più notevoli...
(depa)
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