Una forza in più

Su "RaiMovie", all’interno del ciclo "Meravigliosamente classico", la fase dedicata a “Rock Hudson: Cuore ribelle”. “a 100 anni dalla nascita [17-nov-1925] dell’attore statunitense simbolo che ha sconvolto i canoni dello Star System Hollywood”. Causa omosessualità, Roy Harold Scherer Jr, poi Fitzgerald, dovette fare incetta di rospi. Questo dolore, abbinato al solido fascino, emerge quando diretto da Douglas Sirk, come ne “Il trapezio della vita” (t.o. “The Tarnished Angels”), del 1957, dal “Pylon” di William Faulkner…

Meglio poi

E che faccia caldo si capisce dai titoli che girano anche da "noi". Chi in ritardo, chi per l’ennesima volta, "Final Destination", il primo, quello del 2000, coi capolinea della vita rimandati con discese inattese, ma poi si risale, ch’“eppur bisogna andar”. Idea di fondo gustosa, ricoperta di humor nerissimo, cadaverico.

Passaggio per un amore

"L'avventuriero di Macao" (t.o. "Macao"), del 1952, diretto da Josef von Sternberg.

Crepita la crescita

Nella "Film Club" estiva e pienotta, "Tutto in un'estate" (t.o. "Holy Cow") della ginevrina, classe 1994, Louise Courvoisier.

"Red Rocket ", del 2021, di Sean Baker.

Mancanza di atto

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’incredibile discesa ligustica di Alvarùs rodense, con Elena all’ “Ariston”, e il suo magnifico pubblico, per vedere come se la passa ultimamente Mike Leigh. Il regista ottantaduenne, dopo quasi trent’anni dalla sua Palma, col nuovo “Scomode verità” (t.fr. “Deux sœurs”, t.es. “) torna alle sue indicibili rivelazioni, non è una società per addolorati.

Avanti solo

Il 3° appuntamento con la rassegna “Ecce Nanni” prevede il terzo lungometraggio del regista di Brunico, nonché la terza tribolata fatica di Michele Apicella. “Sogni d’oro”, del 1981, finisce per mandarti a letto.

Prega vuoto

Poi, tra il cinema indipendente pescato sui  canali digitali, abbiamo tirato in barca "Tendaberry", del 2024, di Haley Elizabeth Anderson...in cerca di parole non trovate.

Moonee tra le stelle

Col mini contratto stipulato con “Mubi”, ci è capitato sott’occhio il nome Sean Baker. Colpiti dagli esordi indipendenti e artigianali del regista del New Jersey, è stato con cambio automatico che ci siamo instradati verso “Un sogno chiamato Florida”, del 2017 (t.o. “The Florida project”). Stessa idea, qualche mezzo in più: la scrittura e la sensibilità di Baker raggiunge toni e colori stridenti del miglior neorealismo.

Form'azione stop

Anticipato positivamente da Mino, avvallato da Elena, con Marigrade non abbiamo potuto esimerci dal recarci all’“Ariston” per vedere “Bird”. Regista della seconda età, classe 1961, l’inglese Andrea Arnold, anche attrice oltreché sceneggiatrice, col suo 5° lungometraggio ha mostrato la capacità dietro la m.d.p., il coraggio dinanzi ai fogli. Qualcosa di già visto, però, che tracima sulle immagini.

L'insapore del cuore

Nelle sale anche un africano. Il nome del suo autore è Abderrahmane Sissako, regista mauritano già incontrato e apprezzato dieci anni or sono. Con “Black tea”, del 2024, prende e va in oriente, assimilandone colori e visioni. L’incontro tra culture, a volte, comporta una perdita da entrambe le parti: melò sterile.

Fidarsi è peggio

Carne al fuoco nelle sale, tra cui l’ultimo piatto di Steven Soderbergh. Tra alti e bassi, il maturo regista di Atlanta passeggia disinvolto nello spy movie. “Black bag” ha il sapore del cinema antico, con l'aggiunta di innovazioni tecniche aggiornate.

Italiani buddisti

Il Prof. inoltra e informa sulla rassegna "Ecce Nanni" dedicata a Nanni Moretti => con Elena nella “Sala 1” del “Sivori”, quasi piena, per l'esordio cinematografico del regista e attore romano: "Io sono un autarchico", del 1976.

"Il perché della rassegna? La scelta di Moretti si spiega da sola [meno male…] Abbiamo voluto tornare alle origini, stasera con una rarità, difficile da trovare...Gli anni’70 e ’80 non furono così tragici per il cinema italiano, ma non solo” (L. Malavasi)...

Posizione di coscienza

Ieri sera, per il 4° appuntamento con “Cinema e Resistenza” organizzato dai “Ghetto People”, pure Elena allo “Zapata” di Sampierdarena. In programma “Inch’allah”, film del 2012, scritto e diretto da Anaïs Barbeau-Lavalette, regista canadese, classe 1979, qui al 7° lungometraggio. Dall’introduzione…“metafora” (“allegoria!”) dell’occhio occidentale dinanzi alla morte (genocidio), ma concretamente sul campo, al centro dell’occupazione israeliana, dove prendere posizione è un dovere fisico.

Zippo e Pollo

Il 2025 verrà da noi ricordato, anche, come l’anno in cui approfondimmo  la conoscenza di William Friedkin. Da un bianco e anonimo DVD trovato in “Santa Brigida”, l’ultimo film del regista dell’Illinois scomparso nel 2023: “Killer Joe”, del 2011, è un testamento cinematografico invidiabile. Dall’opera teatrale omonima, datata 1993, scritta nonché adattata dallo statunitense classe 1965, Tracy Letts, un cupo thriller accattivante e ben ritmato. Sullo sfondo marginalità e degrado, che generano affari sporchi, perversi, non così dissimili da…

Chefatigante

De paso
, ancora un western come pillola distraente e nulla più. “L’arma della gloria” (t.o. “Gun glory”), del 1957, ci fa scambiare due battute con Roy Roland (1910-1995). Il regista nato a Brooklyn, da ebrei russi emigrati, non ha scalfito il selciato cinematografico, ma comunque disseminato lo scorso secolo di decine di cortometraggi (anni ’30) e pellicole di serie B (’40-’60), come questa. La “MGM” non lo ha mai snobbato.

Primo istinto

Ogni tanto è bello andare al cinema senza pretese. Rilassato, attendendosi il pubblico peggiore, quello di François Ozon. Ma sotto "Sotto le foglie" (t.o. "Quand vient l'automne"), si nasconde un buon intrigo chabroliano.

Speranze di stagione

Ancora Yasujiro Ozu, finché il canale "Raiplay" ne ha e ne da. "Inizio d'estate", del 1951, è l'ennesima prova di sensibilità non solo cinematografica, del regista giapponese. 

Loro, di Napoli

In televisione un Dino Risi "Da non perdere" che, nella giornata di pasqua di guerre, non ci lasciamo scappare. "Operazione San Gennaro", del 1966, ribadisce un disinvolto autore di commedie, qui sorretto dalle migliori maschere del cinema nostrano.

Grandi successi

Ma anche avanti con Yasujiro Ozu, che nel 1957 ne combinò una delle sue, l'ultima in bianco e nero. "Crepuscolo di Tokyo" è una perla intatta.