Form'azione stop

Anticipato positivamente da Mino, avvallato da Elena, con Marigrade non abbiamo potuto esimerci dal recarci all’“Ariston” per vedere “Bird”. Regista della seconda età, classe 1961, l’inglese Andrea Arnold, anche attrice oltreché sceneggiatrice, col suo 5° lungometraggio ha mostrato la capacità dietro la m.d.p., il coraggio dinanzi ai fogli. Qualcosa di già visto, però, che tracima sulle immagini.Lucky Red & Occhipinti…in concorso all’ultimo “Cannes”…già qualcuno si illude. “Is’it too real for You?” (YA). Quadretto ai margini tali che ci si mette un po’ a (com)prendere le misure. Conosciamo Bailey, “Cercaguai” figliastra di uno e di nessuno. In caso di abusi, screewdriver (drink) e spedizione (branco). Cupo, nubi, poi arriva un raggio sul volto della protagonista, un cavallo la lecca passando, la vita! La virata di cui mi parlarono. Quelle sterzata che accetto, ma non condivido. “Love is a strange thing”. Alla fine della fiera protagonista rimarrà la pacificazione dei puliscicessi di Tokyo. Due anime sognatrici, Bailey e il suo custode con le ali (elemento fantasy di cui…). Tra tanta bella gente, l’uccello della pubertà. “Fa bene ad entrare coi ColdPlay”, ma si sfiora il melò senza alcuna pietra. Tutto passa, anche l’età. “Si sopravvive”. 6- per me, 6/7 per Marigrade.

Oltre alla buona regia e alle pronte interpretazioni (Barry Keoghan, sigillo di garanzia), registriamo, con dolore e rabbia, l’estinzione dell’orizzonte sul mare.

(depa)


Nessun commento:

Posta un commento